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COSENZA – L’inizio della scuola ogni anno porta qualche piccola complicazione organizzativa. Quest’anno il tema caldo è quello delle tariffe delle mense scolastiche. Ci sono stati incontri fra genitori e Comune, correzioni delle tariffe, ma le cose per alcuni genitori non sono chiare fino in fondo. Ieri alcuni di loro hanno scritto una lettera aperta al sindaco. «Da un confronto con le tariffe dello scorso anno – vi si legge – notavamo subito che i genitori con una fascia di reddito Isee da 10.000 Euro in poi e che l’anno scorso avevano pagato una tariffa di euro 62, quest’anno avrebbero pagano una tariffa tra i 70 (fascia Isee fino ai 15.000) e i 92 euro (fascia Isee oltre i 15.000 Euro). L’aumento esponenziale della spesa ricadeva su alcune fasce di reddito assolutamente comuni nella città e affatto considerabili come elevati, soprattutto se si  pensa che in altre città tale cifra viene corrisposta da genitori appartenenti alle fasce Isee oltre i 40.000/45.000 euro e che, d’altro canto, nel vicino Comune di Rende, la tariffa corrispondente è pari a euro 45 mensili».  

Il problema che sollevano i genitori, però, riguarda altro: «Il Comune, che partecipa al servizio reso per una quota pari al 60% (sarebbe interessante conoscere il corrispondente impegno di spesa) dovrebbe dimostrare, tramite un’operazione trasparenza, di aver valutato tutte le alternative possibili a quella, poi prevalsa, di accollare  ai cittadini che non hanno stipendi d’oro un costo che, considerata la già scarsa qualità del servizio riscontrata negli ultimi anni, somiglia tristemente ad una vera e propria tassa sull’istruzione. La motivazione addotta dal Comune circa la necessità di preservare le fasce più deboli, condivisa in pieno dai noi genitori, non sembra reggere di fronte ad un prezzo pari a euro 4,40 (+ 4% di Iva), posto a base d’asta per l’assegnazione del suddetto Servizio, forse troppo alto per un qualsiasi bambino (fasce Isee a parte)».

«Ci chiediamo piuttosto – concludono i genitori – se l’organizzazione dell’intero servizio di refezione scolastica, che ci viene riferito essere stato in perdita negli anni precedenti, necessiti di una rivisitazione, tramite un’indagine fatta per tempo, del Bacino di utenza comunale che usufruisce del tempo prolungato e della distribuzione degli utenti nelle varie fasce ISEE. Si ricorda all’Assessore Machì che il percorso concordato con l’Assessore Vigna circa il reimpiego del gettito delle tariffe che riguardano le famiglie con fasce di reddito più alto per estendere la fascia delle esenzioni alle famiglie che vivono sulla soglia della povertà,  rischia di non tagliare il traguardo qualora i genitori che non possono pagare quanto richiesto chiedano di spostare i figli nelle altre classi o in altri istituti (come già avvenuto nel plesso di via Negroni) o provvedano a mandare direttamente il cibo ai loro figli». Ovviamente si tratta di tesi da verificare. L’assessore Machì rivendica l’aver aumentato la fascia di esenzione totale, portandola fino a 3.500 euro di reddito Isee. 

Ma ieri hanno protestato anche le mamme dell’asilo comunale di via Livatino per l’assenza del servizio mensa in questi primi giorni di scuola. Il problema non è economico, ma di gestione familiare visto che in assenza della mensa, le mamme dei bambini più piccoli sono costrette a prendere i loro figli alle 11 anzichè le 14. Anche questo problema però è superato visto che domani il servizio partirà e nella prossima settimana, dopo un monitoraggio del Comune nei singoli istituti, partirà anche nelle altre scuole.

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