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CATANZARO – Dopo la pubblicazione da parte del Ministero dell’istruzione del bando relativo al «concorsone» voluto dal ministro Profumo, Codacons e «Associazione sindacale diritti della scuola» annunciano il primo ricorso al TAR del Lazio da parte di 800 docenti non laureati «ingiustamente esclusi dalla prova», e avviano in Calabria la raccolta di adesioni al ricorso collettivo da parte degli insegnanti esclusi residenti in regione. 

«L’iniziativa legale – spiega il Codacons – mira a far annullare i limiti previsti dal Bando di concorso, evidentemente illegittimi e frutto di eccesso di potere. Il Ministero dell’Istruzione, infatti, ha elaborato un meccanismo ingiusto, fonte di disparità di trattamento e contraddittorio rispetto alla ratio che l’impianto normativo di accesso al pubblico impiego e all’insegnamento ha perseguito negli anni, che come noto presuppone il requisito generale del conseguimento della laurea in relazione alle diverse specificità delle diverse categorie di insegnamento. Appare pertanto arbitraria e ingiusta – secondo il Codacons – la scelta dei requisiti, nella parte in cui si pone come una barriera all’accesso ad una prova selettiva e rimane del tutto sganciata e non correlata ad un attento esame della situazione normativa italiana, che avrebbe facilmente dimostrato che l’esclusione avverrebbe con violazione degli articoli 3 E 97 della Costituzione, in quanto si disattende il principio della imparzialità e non disparità di trattamento della P.A. e quello di buona amministrazione e di uguaglianza, non essendo in alcun modo giustificabile la scelta operata dal legislatore nel senso di sistemare soltanto una categoria di laureati». Il Codacons invita dunque i docenti residenti in Calabria «ingiustamente esclusi dal «concorsone», ad aderire all’iniziativa legale dell’associazione, grazie alla quale sarà possibile radicare la posizione di concorrenti al concorso e far valere i propri diritti nelle successive tappe della procedura». 

 

 

 

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