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COSENZA – Che qualcosa all’Università della Calabria non andasse per il verso giusto sul fronte degli esami sostenuti presso la Facoltà di Lettere e Filosofia già lo si sapeva dal 2007. Ma ci si sarebbe limitati a spostare i segretari “infedeli”, evitando l’imbarazzo di rivolgersi direttamente alla Procura di Cosenza, informata della cosa solo quattro anni dopo. E’ quanto emerge dagli atti di indagine (oltre ventimila incartamenti contenuti in diciotto faldoni) dell’inchiesta “Centodieci e lode”, che vede 75 persone (tre segretari, una tutor e gli altri tutti studenti laureati) accusate di falso ideologico e materiale e di frode informatica. Ci si sarebbe attivati cioè nel far registrare un buon numero di esami come superati. Segretari e tutor avrebbero cioè falsificato gli statini a vantaggio degli studenti, alcuni dei quali sarebbero giunti alla laurea senza di fatto sostenere più della metà degli esami inseriti nel piano di studi. Il tutto all’insaputa dei docenti, che non hanno riconosciuto come proprie le firme apposte sugli statini.
Ebbene, “Il Quotidiano” è riuscito a procurare il voluminoso incartamento, che iniziamo a proporre ai nostri lettori. Ci sono le dichiarazioni dei professori che, appunto, hanno disconosciuto le proprie firme sugli statini d’esame, quelle degli stessi indagati, dei dipendenti dell’ateneo, dei dirigenti, dei consulenti nominati dal pm e tanto altro ancora. Sono le carte ufficiali dell’accusa, frutto di un anno e mezzo di lavoro, eseguito dagli uomini della Digos di Cosenza su direttive del pm bruzio Antonio Bruno Tridico e della procura di Catanzaro.
Del fatto che qualcosa non andasse per il verso giusto c’era già un certo sentore sin dal 2007. Nell’immediatezza si decise per una semplice rotazione dei segretari e appunto con la nomina del capo settore. Ma tali accorgimenti non sono bastati, fino a quando nel marzo del 2011 non si è deciso di denunciare la cosa in Procura. Quattro anni dopo le prime avvisaglie del presunto scandalo degli esami falsi. Tanto ci è voluto per varcare la porta del procuratore Granieri. A tal proposito negli atti di indagine è stata prodotta anche una e-mail che il 19 giugno 2011, in piena fase di indagine, sempre Santolla inviò al rettore Giovanni Latorre e al preside della Facoltà di Lettere Raffaele Perrelli per informarli di aver «accertato gravi irregolarità nella registrazione degli esami del corso di Scienze della formazione. Considerato – aggiunse – che è prevista a fine mese una seduta di laurea, chiedo un incontro urgentissimo per definire una linea di condotta necessaria per assicurare lo svolgimento della seduta».
SULL’EDIZIONE CARTACEA ODIERNA DE IL QUOTIDIANO IL SERVIZIO COMPLETO A FIRMA DI ROBERTO GRANDINETTI
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