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CROTONE– Il pubblico ministero del Tribunale di Crotone Gabriella De Lucia, nel procedimento a carico di ignoti, in relazione alla presenza di amianto a bordo delle navi della compagnia Tirrenia, ha disposto l’ispezione a bordo delle imbarcazioni ancorate nel porto calabrese: lo sostiene, in una nota, l’Osservatorio Nazionale Amianto.
Secondo il pm, vi è fondato motivo «di ritenere che a bordo delle navi della Tirrenia sia stato fatto largo uso di amianto e che il cattivo stato di conservazione del materiale, la mancata adozione delle misure di prevenzione necessarie e i noti effetti cancerogeni che derivano dall’inalazione delle fibre di asbesto, possono causare un pericolo grave sia per i lavoratori impiegati a bordo, sia per la salute collettiva».
Il caso Tirrenia è scoppiato dopo l’esposto presentato il 22 maggio scorso da Giovanni Cuccaro, ex dipendente della società marittima affetto da mesotelioma pleurico, assistito dall’avvocato Ezio Bonanni. Cuccaro è stato imbarcato come marittimo presso le navi della flotta Lauro e quelle della Tirrenia. Soprattutto queste ultime, e in particolare, la Flaminia, l’Aurelia, la Nomentana e la Clodia, contengono amianto «friabile e compatto». Perché l’industria da nave metalmeccanica ha fatto largo uso di amianto nei processi di costruzione e trasformazione fino agli anni ’80. Pertanto tutti i marittimi che hanno lavorato in quelle navi rappresentano una categoria esposta al rischio. Pertanto nella denuncia si fa notare che, se non completamente bonificate, quelle navi potrebbero contenere amianto anche oggi che si trovano in rada nel porto di Crotone.
Per l’esecuzione delle ispezioni a bordo dei traghetti della Tirrenia, il magistrato ha dato incarico al Nisa Nucleo investigativo sanità ed ambiente di Polizia Giudiziaria con l’ausilio di personale tecnico specializzato».
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