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COSENZA – La posizione di altre decine di studenti sono indagati nel prosieguo dell’inchiesta sui falsi esami alla facoltà di Lettere e filosofia dell’Università della Calabria. Si tratta del secondo filone d’inchiesta condotta dal sostituto procuratore della Repubblica, Antonio Tridico, che ieri ha emesso l’avviso di conclusione d’indagine nei confronti di altre 75 persone tra studenti, un tutor e personale amministrativo della facoltà, accusate, a vario titolo, di falso e introduzione abusiva nel sistema informatico dell’Ateneo. Dalle indagini compiute dalla Procura di Cosenza stanno emergendo numerose modalità con le quali si riusciva ad ottenere il conseguimento dei falsi esami. Tutti però hanno un unico comune denominatore: i falsi esami venivano compiuti 2-3 mesi prima della sessione in laurea in modo da ridurre al minimo la possibilità di venire scoperti.
Agli atti dell’inchiesta ci sono oltre 20 mila atti attraverso i quali sono state ricostruite le modalità con le quali gli studenti riuscivano ad attribuirsi gli esami pur non avendoli mai sostenuti. La Procura ha effettuato anche numerose consulenze grafologiche. L’inchiesta ha avuto inizio dopo la denuncia del preside della facoltà di lettere e filosofia, Raffaele Perrelli, che nel corso di una seduta di laurea non riconobbe come sua la firma apposta in uno degli statini inseriti nel fascicolo di un candidato. La Procura di Cosenza ha poi in corso una ulteriore inchiesta che riguarda altre sette facoltà dell’Università della Calabria. Nel luglio scorso sono stati acquisiti gli atti relativi alle lauree conseguite in queste facoltà dal 2008 al 2011.
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