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Tra chi ha meglio saputo raccontare cosa ha significato l’epopea dell’emigrazione verso l’Argentina vi è certamente da annoverare Cataldo Perri. Prendo in prestito dei passaggi dal suo struggente brano “Argentina”, il cui contenuto ha poi avuto una evoluzione nel lavoro teatrale “Bastimenti”. Il grande artista di Cariati, avendo in testa la storia di suo nonno Michele partito nel 1924 e che non fece più ritorno in terra calabra, canta “Argentina, via via, verso un nuovo mondo…..è un grande sogno…..laddove pampas e chimere hanno labili confini…..non è stato amore……si è bruciato un sogno”. Nonno Michele scrisse per dieci anni alla moglie, mandando anche qualche soldo. Poi, facendo la fine di tanti altri, più nulla. La storia dei calabresi partiti alla volta dell’Argentina è tra le più tragiche ed amare. Le speranze e le attese di masse enormi di persone che si recarono verso l’incognita di un mondo nuovo che veniva raffigurato nel loro immaginario come “la terra promessa”, rimasero vane. Per affrontare tristezza e solitudine che spesso si veniva a creare, un ruolo significativo lo hanno giocato le associazioni e i club, sorti numerosi. Tra le più rappresentative per numero di iscritti e qualità delle attività svolte troviamo l’ASOCIACION CALABRESA MUTUAL Y CULTURAL di Buenos Aires, costituita nel lontano 1927. Oggi è guidata da Antonio Ferraiuolo, partito adolescente da Nicastro (oggi Lamezia Terme). Quando lo abbiamo conosciuto, qualche anno addietro, il vulcanico presidente ci ha raccontato tanti aneddoti, tra i quali il fatto che tantissimi funerali di corregionali si sono effettuati con copertura delle spese a carico dell’associazione……Oggi sono impegnati in una miriade di iniziative di carattere sociale e culturale. Tra queste sono da annoverare i viaggi organizzati verso la Calabria. Ieri sera è giunto in una struttura turistica di Nicotera un gruppo di circa 50 persone. Rimarranno in Calabria una settimana, visitando luoghi significativi di tutta la Regione. Poi si sposteranno, per un ‘altra settimana, in Sicilia. I partecipanti sono, in linea di massima, persone di sessanta-settanta anni. Andati via dalla Calabria ancora bambini o nati in Argentina da genitori calabresi. Molti di loro sono in Calabria per la prima volta e ne approfitteranno per cercare contatti con loro parenti. Non si definiscono calabresi, ma neanche argentini. Si considerano calabro-argentini o italo-argentini. Il grande merito dell’Associazione Calabrese è di riportarli nella loro terra di origine, seppur per pochi giorni. Peraltro, in un periodo di bassa stagione, se vogliamo utilizzare i termini degli operatori turistici. Viaggi, cioè, che consentono di prolungare il lavoro delle strutture che, subito dopo agosto, in linea di massima si svuotano. Negli anni si è fatto un gran parlare su sostegni istituzionali verso questo tipo di esperienze, magari con convenzioni particolari con i vettori aerei per abbassare le tariffe. Sono rimaste solo le parole.
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