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REGGIO CALABRIA –  Giulio Lampada quando arriva un compaesano dal profondo sud alla fredda Milano è pronto ad offrire ospitalità. Che sia un professionista o un pregiudicato non fa differenza. Nel giro di cinque mesi addirittura spende circa 30 mila euro per il pernottamento degli amici all’hotel Brun. Lampada non fa mai le cose a metà. Paga pertanto anche gli extra. Bevande, cene e persino le telefonate effettuate dalla camera d’albergo. A qualcuno, come gli ex assessori di Bova Marina Alberto Familiari e Maurizio Foti, e il gip di Palmi Giancarlo Giusti, “dona”  anche prestazioni sessuali. 

Tra gli ospiti, oltre a Vincenzo e Mario Giglio, i cugini del magistrato Vincenzo Giglio arrestato dalla Dda di Milano per i rapporti con la cosca Valle-Lampada e il consigliere regionale Francesco Morelli spuntano altri nomi. «Sono persone che fanno parte del suo entourage» spiega la squadra mobile di Milano nell’informativa del 4 giugno del 2009. C’è il primario del policlinico “Madonna della Consolazione” dei Reggio Gabriele Quattrone, finito in manette su disposizione della Dda di Catanzaro per i falsi certificati ai boss. E con lui il figlio. E poi l’allora consigliere comunale del centrodestra Giuseppe Adolfo Alati.

Ma altri personaggi della Reggio bene sarebbero stati ospitati nei mesi a seguire sino al suo arresto del 30 novembre del 2011 e su cui sono ancora in corso indagini da parte della Dda di Milano.

 

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