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Si chiama Saverio Osso e ha 77 anni. Ha vissuto per lungo tempo in America. Poi, quando è tornato in Calabria, un giorno si è sentito male e ha fatto un check-up in ospedale. È qui lo avrebbero curato per una malattia che non aveva, minando gravemente la sua salute. Adesso Saverio, quasi tutti i giorni, sosta per ore ed ore davanti al tribunale di Paola, nel cosentino. Chiede giustizia perchè, dice, adesso ho perso tutto. «Mi hanno curato al posto di un altro, un omonimo di Amantea (Cs), che adesso è morto», dice Saverio disperato.  «Mi sono risvegliato dal coma qualche mese fa – aggiunge – e da allora cerco giustizia. Ho perso la casa, la famiglia e gli amici. Non ho più niente. Ho chiesto aiuto ai politici, ma nessuno vuole fare nulla per me». L’uomo racconta che gli sarebbe stata diagnosticata un’epatite C, che però non aveva. «Le prime analisi portano la data del 2001, ma io quell’anno non ero a Paola: ero a New York. Dell’errore mi sono accorto da solo. Sennò forse adesso sarei morto». Ora ha fatto causa ai medici. Ma non si fida più di nessuno. «Anche gli avvocati mi hanno ingannato», afferma mentre stende sul marciapiedi, davanti al tribunale, i cartelli che riportano le copie dei suoi documenti. 

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