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IL meccanismo all’origine del terremoto di magnitudo 4,6 avvenuto la notte scorsa alle 1,12 nella zona dello stretto di Messina è diverso da quello che ha scatenato i devastanti terremoti del 1905 e del 1908. È quanto emerge dalle prime analisi condotte dagli esperti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).   

«Sono in corso le prime analisi ed è ancora presto per avere un quadro sufficientemente chiaro», ha detto il funzionario di Sala sismica Claudio Chiarabba. «Il terremoto – ha aggiunto – è avvenuto poco distante dalla costa, a meno di dieci chilometri. È stata una scossa importante, ma avvenuta a grande profondità, 45,4 chilometri».   Quello che è chiaro, ha rilevato, è che la scossa non è avvenuta nelle strutture superficiali della crosta terrestre legate ai terremoti dei primi del ‘900. «Questo – ha aggiunto – non significa che non possa esserci una relazione». A generare il terremoto è stata una delle numerose microplacche che costellano la zona a Nord della Sicilia e che formano un vero e proprio ‘puzzle’. Una di queste piccole placche si è spostata verso Nord-Ovest scivolando al di sotto dell’Arco Calabro.   Finora, ha detto ancora Chiarabba, «non ci sono state repliche di questo terremoto e al momento la nostra ipotesi è che non ve ne saranno». Tuttavia non si può escludere che altre scosse possano essere originate da altre microplacche. 

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