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REGGIO CALABRIA – Il consigliere regionale della Calabria Antonio Rappoccio, arrestato stamani, è stato sospeso dal Partito repubblicano.   «Appresa la notizia del consigliere regionale repubblicano Antonio Rappoccio, eletto nelle liste di ‘insieme per la Calabrià – è scritto in una nota – il segretario nazionale del Pri, Francesco Nucara, ha immediatamente provveduto a sospenderlo dal Partito repubblicano italiano. Il provvedimento sarà presentato alla Direzione nazionale del partito per la ratifica».   

«La segreteria del Pri – prosegue la nota – si augura che il consigliere Rappoccio possa dimostrare la sua completa estraneità ai fatti, considerato anche l’odioso reato (scambio di voti) di cui è accusato. La segreteria del Pri confida in maniera totale ed assoluta nella giustizia, qualunque possa essere il verdetto finale».

In riferimento alla notizia dell’arresto del consigliere, il presidente Francesco Talarico, a nome della massima Assemblea legislativa calabrese, ha espresso «massima fiducia nella magistratura e auspicio che il consigliere regionale Antonio Rappoccio possa chiarire la sua posizione relativamente ai fatti che gli vengono contestati».

«Sentiamo ancora più forte, in questo momento – dice Talarico – la responsabilità istituzionale di tutelare ruolo e funzioni del Consiglio, distinguendo eventuali responsabilità personali dall’attività e dai compiti istituzionali dell’Assemblea. Continueremo con serenità il nostro lavoro, intensificando l’impegno in quel percorso di rispetto delle regole e di valorizzazione della legalità che rappresenta il punto fermo di questa legislatura e che coinvolge, positivamente, l’Assemblea in tutte le sue componenti».

Il deputato del Pd Franco Laratta facendo riferimento all’arresto del consigliere regionale della Calabria Antonio Rappoccio, ha detto: «Vent’anni di carcere a chi inganna gente disperata in cambio di voti!». 

Secondo Andrea Di Martino, segretario regionale Sel Calabria, «con l’arresto del consigliere Rappoccio si consolida un quadro di profondo inquinamento avvenuto alle ultime elezioni regionali». Riepilogando le vicende che riguardano altri consiglieri ed assessori regionali di maggioranza, Sel aggiunge come si «pone una vera e propria questione politico-morale sul consiglio regionale calabrese. Nelle ultime elezioni ben 54.118 voti sono oggetto di un rapporto democratico inquinato. Il centrosinistra deve rinnovarsi e riorganizzare una proposta da offrire ai calabresi. Affidare alle giovani generazioni – conclude la nota – il destino della propria terra è l’unica possibilità che abbiamo per salvarla».

La segreteria regionale del Pri calabrese, in una nota, «afferma, come sempre, la propria fiducia sull’attività della magistratura» dopo l’arresto del consigliere regionale Antonio Rappoccio, repubblicano.   «Se sono validi, probanti e convergenti gli elementi raccolti dagli inquirenti che hanno istruito la pratica – prosegue il Pri calabrese – è superfluo o quanto meno avventuroso parlare di complotto. La segreteria del Pri ritiene che l’ipotesi di reato a cui Rappoccio è stato chiamato a rispondere sia completamente in conflitto con gli ideali repubblicani e coerentemente con ciò valuta appropriato il provvedimento di sospensione attivato dal segretario nazionale del Partito. Sulla scorta del principio sacrosanto per il Pri della presunzione di innocenza fino al terzo grado di giudizio, la segreteria regionale del Pri confida che Rappoccio possa dimostrare, al più presto, di essere completamente estraneo ai fatti che gli vengono contestati».   La segreteria regionale del Pri rimarca, infine, «che l’arresto del consigliere regionale non inficia l’integrità, la credibilità e l’azione politica del Partito repubblicano calabrese che non è minimamente coinvolto nella vicenda. Allo stesso modo auspica che la vicenda non venga strumentalmente utilizzata contro il Governo regionale e la persona del Governatore».  

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