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SAN COSTANTINO – Il cadavere di un pensionato, Francesco Antonio Crudo, di 75 anni, è stato riesumato per sottoporlo ad autopsia dopo che è stata avviata una indagine nella quale si ipotizza che l’uomo sia stato ucciso. Dai primi accertamenti, era emerso che l’uomo era morto per cause naturali. Successivamente i carabinieri hanno avviato una serie di accertamenti sull’eredità di Crudo. Dalle indagini è emerso il sospetto che l’uomo è stato ucciso con del veleno. L’autopsia e gli esami tossicologici accerteranno le reali cause della morte del pensionato. Sui contorni della vicenda gli investigatori mantengono il massimo riserbo. Francesco Antonio Crudo, settantacinque anni, era stato ritrovato cadavere, nella sua abitazione di via Roma, a San Costantino Calabro, lo scorso 9 luglio. Il corpo era consumato dal caldo di Caronte e dal tempo passato. Forse un attacco cardiaco, si pensava, tre giorni prima il ritrovamento. Se non fosse stato per il tanfo, nessuno si sarebbe accorto dell’assenza di quell’uomo che in paese raccontano non fosse certo un filantropo. Due giorni dopo la scoperta del cadavere, però, appena finiti i funerali, i parenti s’erano recati dal notaio per capire quale eredità avesse lasciato il caro estinto che scoprivano non era affatto povero e, soprattutto, che non era affatto rassegnato alla solitudine. Da quello stesso notaio – hanno poi subito fatto presente ai carabinieri della stazione di Pizzo – si era infatti recata una donna, esibendo un testamento olografo del defunto, che le lasciava  un patrimonio di 300mila euro tondi. Il maresciallo Pietro Santangelo ed i suoi iniziavano le indagini e scoprivano una serie di strane circostanze. Scoprivano, in particolare, una corrispondenza, tra la vittima e una donna che fino al mese di giugno viveva in Sud America. I due si conobbero negli anni ’90, all’estero. Un rapporto di conoscenza e poco altro, fino al ’92, quando Crudo rientrò in Italia. Poi più nulla per vent’anni, quando improvvisamente i due iniziarono una singolare relazione epistolare. L’uomo voleva che lei rientrasse in Italia, per andare a vivere insieme, ma lei – emerge dalla corrispondenza ritrovata – voleva una prova tangibile del suo amore, ovvero un testamento olografo col quale, in caso di morte, le lasciava tutti i suoi averi. E il testamento alla donna arrivò. Anzi, il 4 luglio, tornata in Italia, si era addirittura recata dal notaio per sapere se fosse valido. Ed il notaio la confortò. Il resto è scansione cronologica: il 6 luglio è la data presunta della morte di Crudo, il 9 è stato ritrovato il cadavere, l’11 i funerali e la scoperta dell’inaspettata eredità e dell’ereditiera. Poi la denuncia ai carabinieri che hanno trasmesso tutto al sostituto procuratore Gabriella Di Lauro. 

Non c’è alcuna iscrizione sul registro degli indagati, ma – letto il carteggio – c’è quanto basta per aprire un’indagine per omicidio e per ordinare la riesumazione della salma che avverrà oggi. Il medico legale Katiuscia Bisogni è stata incaricata di accertare se la morte di Crudo sia stata naturale o se, invece, il sospetto d’avvelenamento sia fondato.

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