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GIMIGLIANO – Dopo giorni di attesa per i cittadini gimiglianesi, sono iniziate le procedure di collaudo del ponte sul fiume Corace, che vanno a ultimare un iter lavorativo di più di due anni e che nel giro di una decina di giorni porterebbero all’apertura definitiva del ponte. I lavori di riassestamento sono proseguiti senza intoppi, è stato eseguito il consolidamento dei pilastri danneggiati, ed è stata messa in sicurezza la spalla, dove poggiava la campata del ponte lato-Tiriolo.
Ad assistere alla procedura il collaudatore architetto Fausto Rippa, la direzione lavori con le figure dell’ingegner Luigi Rebborato e l’ingegner Andrea Totario, la ditta Premac esecutrice delle rilevazioni, il consulente ingegner Ezio Giuffrè e la ditta esecutrice dei lavori Brusonda. Il collaudo per ragion di tempo di esecuzione è stato suddiviso in due tranche, nella giornata di martedì ha interessato la seconda campata collegata al lato Gimigliano e che non ha subito danni, mentre mercoledì sarà eseguito nella prima campata che collega al versante Tiriolo, da cui si rileveranno i parametri di stabilità della struttura e la congruenza dei lavori eseguiti. Non avendo dei dati di partenza da cui avere delle indicazioni di riferimento sulla tolleranza del ponte, vista l’anagrafica del viadotto che indica più di mezzo secolo di storia, si è partiti dalla parte non danneggiata per creare poi una relazione con la seconda tranche di rilevazioni. Ci si sposterà poi nel versante Tiriolo, dove saranno importanti i dati rilevati dalle sofisticate attrezzature adoperate per il caso e si stabilirà con certezza quali sono le oscillazioni e se vi sono cedimenti di rilevanza. Nella prima parte, il collaudo si è sviluppato in tre fasi: dapprima sono stati registrati i dati senza carichi sulla struttura, poi è stato fatto il primo carico con un autocarro di sei tonnellate con relativa rilevazione, infine un terzo rilievo con un carico di dodici tonnellate. Si riprenderà nella giornata di oggi, con le stesse procedure ma con un ulteriore carico intermedio di nove tonnellate.
Il collaudatore dovrà relazionare sulla prova effettuata e poi si deciderà la modalità dell’apertura del ponte. Con ogni probabilità si procederà verso un sistema di semafori a pannelli solari, con transito a senso alternato, e una limitazione per il passaggio di veicoli pesanti. Bisognerà poi riflettere sulle cause che hanno portato a questa situazione di disagio, evitando per esempio alle imprese edili di scaricare materiali abusivamente e vigilando costantemente l’accesso del ponte escludendo ai mezzi pesanti, di portata superiore a quella consentita dalla struttura, di transitare sul ponte. Sembra trovare, quindi, un epilogo positivo, la vicenda legata al ponte sul Corace, di cui ancora qualcuno conserva le foto in bianco e nero durante i lavori di costruzione, che risalgono a metà anni cinquanta.
Dopo esser stato colpito dall’alluvione del febbraio 2010, sarà ripristinato parzialmente nella sua funzionalità, con maggior riguardo rispetto al passato e con la speranza nel futuro che vengano finanziati progetti volti a raggiungere la massima sicurezza del ponte. Nella prima parte, il collaudo si è sviluppato in tre fasi: dapprima sono stati registrati i dati senza carichi sulla struttura, poi è stato fatto il primo carico con un autocarro di sei tonnellate con relativa rilevazione, infine un terzo rilievo con un carico di dodici tonnellate.
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