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RIACE – E’ esplosa violentemente la rabbia degli immigrati alloggiati nelle strutture della fascia jonica reggina. Erano rimasti senza sostegno economico per la mancata erogazione delle risorse dei progetti Emergenza Nord Africa e da giorni protestavano: alcuni di loro attuavano lo sciopero della fame insieme al sindaco di Riace; era arrivato anche il capo della Protezione civile Gabrielli per rassicurarli.
Stamattina, però, sono sbottati. La protesta si è inescata spontaneamente attorno alle 9: hanno messo di traversi i cassonetti della spazzatura e hanno per un paio d’ore bloccato la statale 106 all’altezza di Riace Marina, causando code chilometriche in entrambe le direzioni. La tensione ha raggiunto livelli altissimi: sul posto sono intervenuti i carabinieri delle stazioni vicine e quelli della Compagnia di Roccella Jonica, guidati dal capitano Marco Comparato. A loro si sono aggiunti agenti di polizia in assetto antisommossa e finanzieri. Sono riusciti a sedare qualche rissa che già stava degenerando, ma la situazione è rimasta a lungo incandescente. Alcuni immigrati sono stati fermati e condotti in caserma. Poi le forze dell’ordine sono riuscite a far allentare il blocco alla strada.
Ma gli animi potrebbero di nuovo surriscaldarsi se trovasse conferma l’indiscrezione secondo la quale la Corte dei Conti avrebbe di nuovo bloccato l’ordinanza per l’assegnazione dei fondi. «La burocrazia rischia di uccidere tutti» ha commentato il sindaco di Riace, Lucano.
Nei giorni scorsi la situazione venutasi a creare nei comuni della rete Sprar impegnati nei progetti di assistenza ai richiedenti asilo del progetto Emergenza Nordafrica, è stata alla base dello sciopero della fame attuato dai sindaci di Riace, Domenico Lucano; di Acquaformosa Giovanni Manoccio e di Giovanni Maiolo, operatore umanitario. I tre hanno inteso manifestare per una settimana contro la sospensione dell’erogazione dei fondi e poi hanno interrotto la protesta. Sabato, in Calabria, è giunto il Capo della Protezione civile Franco Gabrielli che ha incontrato i primi cittadini dei comuni interessati sottolineando la necessità di attendere la pronuncia della sezione regionale della Corte dei conti in relazione alla «mancata registrazione, da parte della sezione regionale di controllo di Catanzaro della Corte dei Conti, delle convenzioni stipulate dal soggetto attuatore della Regione Calabria con gli enti gestori, prima del 29 luglio 2011». A Riace attualmente ci sono 150 rifugiati tra cui 30 bambini. La decisione di bloccare le risorse destinate ai comuni ha creato problemi anche per l’approvvigionamento dei generi alimentari di prima necessità vista l’impossibilità dei commercianti di concedere ulteriore credito.
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