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UN asse Campania-Calabria-Sicilia per il traffico della droga è stato svelato e stroncato dai carabinieri con un’operazione scattata questa mattina nelle tre regioni. I militari del Comando provinciale di Cosenza hanno sgominato il ramo calabrese della banda di spacciatori che agiva nelle zone della Sibaritide e dell’alto Ionio cosentino. Si stanno eseguendo 34 ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Rossano su richiesta della Procura della Repubblica.
La banda per procurarsi la droga che spacciava – principalmente eroina e cocaina – si riforniva sulla piazza del Napoletano, e in particolare a Terzigno e in altri centri dell’ hinterland partenopeo. La rete di smistamento nell’alto Jonio cosentino avveniva tramite corrieri e pusher coriglianesi. Agli arrestati viene contestata, a vario titolo, anche la detenzione illegale di armi. Nell’operazione denominata “Fusion”, che è in corso, vengono impiegati 250 uomini e 70 mezzi del Comando provinciale di Cosenza dell’Arma.
Le indagini, avviate nel settembre 2010 a seguito della morte del giovane venticinquenne Eros Milizia, morto per aver ingoiato una massiccia dose di cocaina per eludere un controllo, hanno consentito nel tempo di trarre in arresto 11 persone in flagranza di reato e sequestrare 800 grammi di stupefacente. Rinvenuta anche una pistola rubata. Nel corso degli accertamenti, inoltre, sono state denunciate altre 46 persone, tra cui molti pluripregiudicati organici a cosche della ‘ndrangheta. L’operazione ha interessato anche Torre Annunziata, luogo di origine di Andrea Ranieri, ritenuto il canale napoletano preferenziale per l’acquisto della cocaina. Alle ore 11.00 presso il Comando provinciale di Cosenza dei carabinieri si terrà una conferenza stampa per illustrare ulteriori dettagli.
L’organizzazione aveva ramificazioni anche nel Catanese, dove era affidata a un gruppo di trafficantilegato al clan mafioso Ercolano-Santapaola. Al di là dello Stretto i carabinieri eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 10 persone, nell’ambito di un’operazione congiunta a quella calabrese e denominata “Stella polare”. Agli indagati sono contestati, a vario titolo, i reati di associazione mafiosa, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. Le indagini di militari dell’Arma, avviate nel luglio 2009, coordinate dalla Dda della Procura etnea, hanno fatto luce su un’organizzazione che si riforniva di ingenti quantità di droga in Campania e Calabria, che poi rivendeva nelle “piazze di spaccio” dello storico rione San Cristoforo di Catania. Agli atti dell’inchiesta anche le dichiarazioni del boss Santo La Causa, adesso collaboratore di giustizia.
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