X
<
>

Share
3 minuti per la lettura

 

REGGIO CALABRIA – Sarebbe Michael Panaija il nuovo collaboratore di giustizia pronto a rivelare alla Distrettuale antimafia i segreti delle cosche della Locride sull’asse Calabria-Lombardia. Panaija, originario di Sant’Ilario, è un personaggio noto alle forze dell’ordine, considerato uomo vicinissimo ai clan di Sant’Ilario in faida dalla fine degli anni ’80 fino ai primi anni ’90. Il 40enne conoscerebbe a fondo le dinamiche criminali della zona ma soprattutto è la persona che un altro pentito, Antonino Belnome, indica come killer del boss Carmelo Novella, il padrino indiscusso della ‘ndrangheta in Lombardia assassinato nel luglio del 2008 a San Vittore Olona, nel milanese. Quel delitto segnò da un lato lo spartiacque per gli equilibri delle cosche al Nord, dall’altra l’inizio dell’inchiesta “Infinito”, la maxi indagine che portò, insieme al filone “Crimine”, ad oltre 300 arresti tra il Nord Italia e la Calabria. E proprio sui collegamenti tra la Lombardia e le cosche della provincia reggina starebbe riferendo Panajia, che a quanto pare sarebbe a conoscenza anche di altri fatti di sangue commessi dagli esponenti delle consorterie mafiose. Ma soprattutto il nuovo collaboratore di giustizia starebbe svelando nuovi scenari sul ruolo dei boss al Nord Italia. Lui che è stato accusato dal pentito Belnome di essere uno dei killer del super boss Carmelo Novella eliminato a causa delle sue mire scissioniste nei confronti della casa madre calabrese.

Le voci della sua voglia di indipendenza erano giunte alle orecchie dei capobastoni del sud, i quali avevano deciso, tanto di eliminare alla radice il problema, quanto di dare un esempio vibrante della potenza delle ‘ndrine calabresi. Tutto naturalmente è al vaglio dei magistrati, in particolare della Direzione distrettuale antimafia di Milano che hanno in carico il pentito e che lo stanno sentendo da diverse settimane. E se da Panaija arriveranno indicazioni importanti potrebbe anche essere ascoltato dai magistrati della Dda di Reggio Calabria che potrebbero cercare di fare luce su scenari finora inediti della ‘ndrangheta reggina.

Dopo la lettura della storia criminale dell’uomo che sta collaborando, i pm credono di poter essere di fronte a informazioni di grande valore sul piano giudiziario, che se riscontrate a dovere potrebbero portare a nuovi blitz. Micheal Panaija venne arrestato nell’ambito dell’operazione “Bagliore”, condotta dai militari del Ros dei carabinieri di Milano che arrestarono 19 persone in Lombardia. Con l’inchiesta coordinata dalla Dda milanese si fece luce su ben quattro omicidi cruciali nell’economia della lotta alla mafia, quello di Rocco Cristello ammazzato a Verano Brianza il 27 marzo 2008,  Carmelo Novella, ucciso il 15 luglio 2008 a San Vittore Olona, Rocco Stagno freddato a Bernate Ticino il 29 marzo 2009 con il sistema della “lupara bianca”e Antonio Tedesco assassinato a Bregnano il 27 aprile 2009. Tutte vicende che potrebbero adesso essere rafforzate dalle parole del nuovo collaboratore che però conosce bene anche gli affari dei boss all’interno della cosa pubblica. Panaija, che è stato sentito dal pm Ilda Boccassini, potrebbe anche parlare dei rapporti tra le istituzioni e le consorterie mafiose, tanto in Lombardia quanto in Calabria. Infatti secondo quanto si è appreso il nuovo pentito sarebbe stato a contatto con diversi vertici delle cosche più potenti della ‘ndrangheta, carpendone segreti e movimenti. Se le sue dichiarazioni dovessero trovare i dovuti riscontri si potrebbe assistere ad un nuovo terremoto negli equilibri del territorio jonico reggino ma anche in terra di Lombardia.

 

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE