3 minuti per la lettura
COSENZA – La Procura della Repubblica di Cosenza ha avviato un’inchiesta su presunti esami “agevolati” sostenuti in tutte le facoltà dell’Università della Calabria. L’inchiesta è scaturita da quella sui falsi esami alla facoltà di lettere le cui indagini sono chiuse e vede indagate 76 persone tra cui anche professionisti. La nuova inchiesta, che è parallela a quella sui falsi esami, è stata avviata dal Procuratore della Repubblica di Cosenza, Dario Granieri, e dal suo sostituto, Antonio Tridico. L’ipotesi sul quale lavorano i magistrati è che nelle facoltà dell’Università della Calabria era possibile superare alcuni esami contattando docenti e ricercatori che avrebbero favorito gli studenti. Al momento gli inquirenti, che mantengono il massimo riserbo, hanno già acquisito una serie di documenti e nei prossimi giorni sentiranno alcune persone informate sui fatti. Prossimamente saranno anche acquisiti altri documenti in tutte le facoltà dell’Ateneo cosentino. L’inchiesta sui falsi esami alla facoltà di lettere, intanto, è ormai giunta in dirittura d’arrivo. Oltre al pm Tridico il fascicolo è assegnato anche ad un magistrato della Dda di Catanzaro perchè si ipotizza il reato di accesso abusivo telematico. Il lavoro dei magistrati è ormai completo e si è in attesa che venga emesso l’avviso di conclusione delle indagini.
Si tratta di una inchiesta che Il Quotidiano aveva già anticipato lo scorso 10 febbraio con un articolo a firma di Roberto Grandinetti in cui veniva chiarito che entro pochi giorni sarebbero partite le nuove indagini conoscitive per fare ulteriore luce sui presunti falsi esami sostenuti all’Unical. Il pool appena costituitosi sull’asse Catanzaro-Cosenza è intenzionato ad estendere le proprie investigazioni su altre facoltà “storiche” dell’ateneo di Arcavacata. A capo del pool c’è il procuratore aggiunto di Catanzaro, Giuseppe Borrelli, la sua sostituta Alessia Miele e l’applicato Antonio Bruno Tridico, della Procura di Cosenza. Era stato quest’ultimo ad aprire ufficialmente le indagini a seguito di una denuncia presentata da un professore universitario. In questi mesi ha raccolto diversi incartamenti presso gli uffici di segreteria, comprese le copie degli statini sui quali sarebbero state apposte firme che i docenti non hanno poi riconosciuto come proprie. Acquisite anche le copie di centinaia di lauree conseguite a Lettere tra il 2007 e il 2010 e i relativi piani di studio degli studenti sotto inchiesta. Al momento gli indagati hanno tutti a che fare con la facoltà di Lettere e Filosofia. Sono in tutto 70, la maggior parte studenti e laureati. Ci sono anche due amministrativi e una tutor. Per quest’ultima e un segretario era stato chiesto l’arresto dal pm Tridico. Il gip del tribunale di Cosenza, Enrico Di Dedda, a gennaio si ritenne incompetente per territorio, trasmettendo così gli atti a Catanzaro in quanto tra le accuse c’era quella di frode informatica, materia trattata solo dalla procura del capoluogo di regione. Da qui il passaggio di tutte le carte a Catanzaro (dove ancora però non si è deciso se reiterare le due richieste di arresto) e la successiva costituzione del pool, con Borrelli che ha ridato a Tridico piene competenze sulla delicata indagine. Il magistrato cosentino è affiancato da un fidato gruppo di investigatori della Digos (gli ispettori Franco Gagliardi e Franco Cassano e l’assistente capo Luigi Morrone), guidati dal neo dirigente Pietro Gerace, della questura di Cosenza. Stanno vagliando da mesi le varie carte acquisite all’Unical. Ora la nuova strategia investigativa, coi magistrati che sembrano proprio intenzionati ad estendere le indagini su altre facoltà. Ci si concentrerà, come detto, su quelle storiche, dove il numero degli iscritti è molto alto. Il riserbo, in merito, regna sovrano negli uffici delle due procure calabresi.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA