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ROSSANO – Si è rivelata una vera e propria epopea, nella prima mattina di ieri, per una paziente, il trasferimento dal presidio ospedaliero “Nicola Giannettasio” di Rossano a quello “Guido Compagna” di Corigliano Calabro. L’ambulanza che trasportava la donna, era vecchia, fatiscente e con diverse centinaia di chilometri. Tanto è vero che, giunta in contrada Ciminata Greco, dopo aver percorso circa 2 chilometri, si è fermata. Vani i tentativi da parte dell’autista per cercare di mettere in sesto il mezzo e poter portare a compimento il trasferimento. 

L’ambulanza è rimasta ferma in mezzo la strada sotto un solo cocente e torrido, che in questi giorni si sta abbattendo con insistenza sul territorio, per diversi minuti. 

Poi la protesta dei familiari presso il servizio di pronto soccorso del presidio ospedaliero di Rossano, e quindi giungeva un altro mezzo che caricava la paziente, e finalmente si riusciva a trasferirla nel vicino nosocomio di Corigliano Calabro. 

E’ stata necessaria dunque la staffetta, due ambulanze per un trasferimento di circa 10 chilometri. Ritorna alla ribalta con maggiore preoccupazione quello che le sigle sindacali di categoria e le visite dei politici hanno denunciato con insistenza negli ultimi giorni per l’ospedale di Rossano. 

Mezzi fatiscenti e tanti chilometri percorsi, mancanza di personale nei servizi cardini, mancanza di materiale importante per l’espletamento dei lavori. Come si ricorda, proprio alcuni giorni addietro l’organizzazione sindale Uil-Fpl sanità con il suo segretario aziendale Giannantonio Sapia, denunciava, come «il 118 di Rossano non ha alcuna sistemazione logistica ed ha un parco auto che risale a epoca lontana (ambulanze con 360 – 580 mila chilometri)». 

 

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