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CATANZARO – È stato notificato oggi un avviso di garanzia all’assessore regionale al Personale Domenico Tallini e al dirigente dell’ufficio giuridico dell’assessorato al personale Rosalia Marasco. Al centro dell’inchiesta avviata dal sostituto procuratore Gerardo Dominijanni la nomina di Alessandra Sarlo, moglie del giudice Vincenzo Giglio coinvolto nell’inchiesta della Dda di Milano del procuratore aggiunto Ilda Boccasini, quale dirigente esterna del settore “Controlli”.
«Posso dire – scrive in una nota lo stesso assessore Tallini – con la massima certezza che l’assessorato al personale ha svolto diligentemente ed esattamente la procedura selettiva prevista dalla “Brunetta” che impone, prima di procedere a nomine esterne, di verificare l’esistenza delle professionalità richieste all’interno dell’Ente». Tallini ricorda inoltre che «l’assessore non interviene nell’iter procedurale, né ha competenze gestionali, ma si limita a portare in Giunta le proposte degli uffici. La valutazione dei curricula degli “interni” è un atto collegiale della Giunta. Analogamente, espletate correttamente le procedure selettive per il reclutamento esterno, è stata la Giunta ad esprimere l’indicazione unanime della dottoressa Sarlo in base ai curricula presentati». L’assessore al Personale si dice pronto a chiare il tutto, con l’ausilio dei documenti che formano la pratica e con i verbali di Giunta, nell’interrogatorio già fissato per mercoledì 27 giugno.
«Questa vicenda – aggiunge Tallini – allo scopo di scoraggiare gratuite e volgari strumentalizzazioni, per quanto mi riguarda, non ha alcun legame con la cosiddetta inchiesta “Infinito” che vede indagato il marito della dottoressa Sarlo. Personalmente, ho conosciuto la dott.ssa Sarlo solo successivamente alla stipula del contratto con la Regione Calabria». Tallini in conclusione sostiene che: «L’unica certezza è che il mio operato alla guida dell’assessorato regionale al personale, come riconoscono anche gli avversari, è stato sempre improntato alla massima trasparenza e legittimità, nonché al rispetto dell’autonomia degli uffici».
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