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NELLA notte, alle 4,46 lo sciame sismico è tornato ad attivarsi: la scossa stavolta è stata lieve – magnitudo 1.2 – ma è significativo registrare che si trattava della seconda in poco più di 24 ore in quella zona. La quinta, invece, se si considera tutta l’area regionale.
In precedenza, infatti, tutte le zone della Calabria erano state colpite. L’ultima scossa era stata registrata alle 17,09 di fronte alla costa occidentale, a cavallo tra le province di Vibo Valentia e quella di Reggio Calabria. Per fortuna, il movimento tellurico di magnitudo 2.4 ha avuto come epicentro una zona al largo, nel mare Tirreno, e quindi non è stato avvertito dalla popolazione e non ha provocato alcun problema. E molto al largo era stato la notte prima il fenomeno registrato 47 minuti dopo la mezzanotte di martedì, in un’area dello Jonio a metà strada tra Italia e Grecia, quindi in una zona decisamente distinta dalle precedenti: in quel caso la magnitudo era 2.6.
Non solo il mare, ma anche la terra sotto alla Calabria aveva tremato lunedì. Senza clamore, ma in linea con le scosse che continuano a popolare lo sciame sismico a ridosso del Pollino. Proprio a ridosso tra Calabria e Basilicata, alle 20.55 si è registrata una magnitudo di 2.4. L’epicentro è stato ad una profondità di 6.8 chilometri, tra i comuni di Rotonda e Viggianello, nel Potentino, e Morano Calabro e San Basile in provincia di Cosenza.
Poche ore prima, alle 15.54, un’altra scossa era stata percepita più a sud, sulla costa calabra occidentale, tra i comuni di Acquappesa, Guardia Piemontese, Fuscaldo e Paola. La magnitudo, anche in questo caso è stata significativa: i rilevatori hanno segnato quota 2.6. La profondità dell’epicentro, però, era di 65 chilometri e quindi il fenomeno non è stato percepito dalla popolazione.
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