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IL Consiglio superiore della magistratura si prepara a dar battaglia contro la sospensione del trasferimento d’ufficio del “vice” di Piero Grasso alla procura nazionale antimafia, Alberto Cisterma, disposta con un decreto monocratico dal presidente del Tar del Lazio Calogero Piscitello. Un provvedimento che ha creato sconcerto a Palazzo dei marescialli perchè il tribunale amministrativo regionale non avrebbe avuto alcuna competenza. Cisterna era stato trasferito in via cautelare dalla sezione disciplinare di Palazzo dei marescialli il 17 maggio scorso, con l’accusa di aver frequentato una persona legata a una famiglia appartenente alla criminalità organizzata. Una vicenda originata dalle dichiarazioni del boss pentito della ‘ndrangheta Antonino Lo Giudice, che si è autoaccusato degli attentati del 2010 alla procura generale di Reggio Calabria e al procuratore Pignatone, e che ha riferito di rapporti intercorsi tra Cisterna e suo fratello Luciano.    

Nemmeno una settimana dopo era intervenuta la sospensione del trasferimento da parte del Tar; un provvedimento giudicato abnorme al Csm perchè le decisioni della Sezione disciplinare possono essere riformate solo dalla Sezioni Unite civili della Cassazione.   Per questo a Palazzo dei marescialli si sta valutando se oltre a proporre opposizione al provvedimento del Tar, se non sia il caso di inviare una segnalazione al presidente del Consiglio di Stato, cioè al massimo organo della giustizia amministrativa, su quello che più d’uno giudica uno “schiaffo» alla sezione disciplinare del Csm. 

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