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REGGIO CALABRIA – Il Prefetto di Reggio Calabria, Vittorio Piscitelli, ha sospeso il consigliere comunale di Siderno Domenico Commisso, sottoposto, con altre persone, ad un’ordinanza di custodia cautelare nelll’ambito dell’operazione denominata «Falsa politica», portata ieri a termine dalla polizia sotto il coordinamento della Dda. L’inchiesta riguarda presunti rapporti fra ‘ndrangheta e politica. 

 

Per la Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria alcuni politici erano completamente al servizio dei clan. Un accusa pesante che ha fatto finire in manette anche l’ex consigliere regionale Cosimo Cherubino, ad oggi aderente al Pdl ma con trascorsi in varie correnti politiche: prima consigliere provinciale nel 2002 e tre anni dopo è stato sbarcato alla Regione sotto il segno dello Sdi con un risultato che ha sfiorato i 7 mila voti. 

Nel 2010 lascia lo Sdi per passare al Pdl senza essere eletto. E un altro personaggio di spicco nell’area politica dell’inchiesta della Dda è senza dubbio Rocco Agrippo, una vita nei socialisti fino ad essere assessore della Provincia di Reggio Calabria in quota Partito Democratico con la giunta Morabito. E poi proprio Domenico Commisso, consigliere comunale di Siderno da tre legislature e nipote del “Mastro”. Ancora: Antonio Commisso, ex assessore all’ambiente della giunta Figliomeni e Giuseppe Tavernese, altro consigliere comunale di maggioranza di Figliomeni. In manette anche i cugini di Tavernese, Rocco Damiano e Rocco Tavernese, oltre a Giovanni Verbeni. Tra i destinatari di ordinanza di custodia cautelare ci sono pure Cosimo Figliomeni, nipote dell’ex sindaco di Siderno, Pietro Futia e Pasquale Romanello. E nei fermi della Squadra mobile risultano pure Salvatore Commisso, di Marina di Gioiosa, Rocco Commisso, il figlio del boss Giuseppe Commisso e Giuseppe Armocida. Diversi anche gli avvisi di garanzia che hanno raggiunto altri esponenti politici.

C’è l’ex vice sindaco del Comune di Siderno Domenico Barranca, c’è il sindaco di Casignana Pietro Crinò e l’imprenditore proprietario del centro commerciale “Le Gru” Luciano Racco, con loro anche Roberto Verbeni, Francesco Commisso e anche l’ex presidente del consiglio comunale di Siderno Antonio Macrì. Secondo i magistrati reggini tutto ruotava intorno alla famiglia Commisso che con la guida di Giuseppe Commisso “il mastro” cercava di indirizzare le scelte della politica locale e a cui tutti si rivolgevano per chiedere voti e protezione. 

Dalle indagini, in realtà una appendice dell’inchiesta “Crimine” anche gli importanti interessi dei clan di Siderno capaci di vantare agganci in tutta Italia e all’estero, fino in America. Tra gli indagati anche Giacomo Luppino della Piana di Gioia Tauro. 

 

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