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CATANZARO – Il bando dell’edilizia sociale, relativo alla realizzazione di alloggi di edilizia residenziale da offrire in locazione o proprietà a soggetti appartenenti a particolari categorie sociali disagiate, arriva in Procura. Il sostituto procuratore, Domenico Guarascio, sulla scorta di un dettagliato esposto inoltrato nei giorni scorsi da un imprenditore, che aveva sollevato più di un dubbio sulla regolarità dell’iter seguito dalla Regione Calabria, ha deciso di vederci chiaro fino in fondo. Così, nell’interesse di tutte le parti in causa, ha spedito i carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Catanzaro, al comando del tenente Marco Fragassi, ad acquisire l’intero carteggio custodito negli uffici dell’assessorato ai Lavori pubblici di via Crispi. Delibere, ordinanze, progetti, decreti di pagamento, insomma tutto il materiale ritenuto di interesse investigativo è finito nelle mani dei militari che, nei prossimi giorni, inizieranno il lavoro di analisi al fine di verificare la legittimità degli atti acquisiti e stilare una relazione conclusiva alla luce della quale il magistrato tirerà le somme.
Ovviamente, si tratta di un’indagine conoscitiva, nell’ambito della quale non figurano indagati, che, peraltro, va ad innestarsi in un contesto più ampio, che ha già visto un susseguirsi di ricorsi e controricorsi portati avanti in sede amministrativa da chi non aveva affatto digerito la decisione della Giunta regionale, targata Giuseppe Scopelliti, di sospendere, a pochi giorni dall’insediamento, l’efficacia e l’esecutività delle graduatorie definitive approvate nell’ambito di un precedente bando di gara pubblicato dalla Regione Calabria-settore casa nel 2008, all’epoca della giunta guidata da Agazio Loiero, fino ad annullarlo due anni dopo per sostituirlo con quello attuale.
Un provvedimento contro il quale, inevitabilmente, si era scatenata l’ira delle imprese che erano state ammesse ai fondi per 155 milioni, i cui ricorsi al Tar, tuttavia, erano stati rigettati in sede cautelare, in quanto i giudici amministrativi avevano ritenuto il provvedimento di auto annullamento della Regione “adeguatamente motivato, essendo stati rappresentati i numerosi aspetti di illegittimità in cui è incorsa la procedura annullata e le ragioni per cui l’interesse pubblico alla legittimità dell’azione amministrativa sia stato considerato prevalente rispetto all’affidamento dei soggetti destinatari del finanziamento”. La Regione era così andata avanti, con il nuovo bando e la nuova graduatoria, già sfociata nei decreti di pagamento, tre dei quali, tuttavia, recentemente sospesi dal presidente della seconda sezione del Tar, in composizione monocratica, la cui decisione nel merito è attesa per giovedì prossimo.
Una sospensione che aveva provocato l’immediata reazione di sei senatori del Pdl, che avevano spostato il caso in Parlamento, sollecitando, addirittura, al presidente del Consiglio dei ministri e al ministro della Giustizia un’ispezione negli uffici del Tar Calabria. Su tutto, ora, le indagini di magistrato e carabinieri, ancora ieri negli uffici dell’assessorato a prelevare documenti dai quali fare emergere la verità.
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