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PALMI (RC) – E’ come un fiume in piena la collaboratrice di giustizia Giuseppina Pesce, la figlia di Salvatore, boss dell’omonima cosca di Rosarno, sentita in videoconferenza nell’aula bunker del carcere romano di Rebibbia nell’ambito del processo agli affiliati della cosca che fa riferimento alla sua famiglia.
Per oltre otto ore la pentita ha ripercorso la sua vita ed ha illustrato ai giudici le motivazioni che la spinsero a collaborare con la giustizia. Durante il suo interrogatorio non sono mancati anche attimi di commozione durante i quali Giuseppina Pesce ha pianto. La donna ha spiegato anche i motivi per i quali nell’aprile dello scorso anno decise di interrompere la collaborazione per poi riprenderla poco dopo. Giuseppina Pesce ha spiegato ai giudici che, su precise sollecitazioni di alcuni suoi familiari, ebbe il timore per la sorte dei suoi figli e quindi decise di ritrattare le accuse e di abbandonare la collaborazione.
Successivamente la Pesce decise di tornare a collaborare perchè aveva capito che era l’unico modo per abbandonare il suo ambiente e per dare un futuro diverso ai suoi figli. Il processo è stato aggiornato a martedì 22 quando la pentita inizierà ad essere sentita su fatti specifici e su reati che vengono contestati agli imputati del processo
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