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CATANZARO – Un errore sanitario maturato nella fase della diagnosi e materializzatosi poi in sala operatoria con l’intervento chirurgico. Perchè di fatto il paziente non sarebbe dovuto proprio essere sottoposto all’intervento: per la sua guarigione era sufficiente la sola terapia antibiotica
La Procura della Repubblica di Catanzaro ha chiuso le indagini nei confronti di cinque persone tra medici e tecnici radiologi in servizio presso l’ospedale di Soverato-Chiaravalle. Lesioni personali, il reato ipotizzato dal sostituto procuratore titolare del fascicolo processuale, Simona Rossi, al termine delle risultanze investigative.
Tutto nasce da una radiografia anonima. Una lastra radiografica di Rx diretta addome “senza nome”. Come dire una lastra eseguita su un paziente “fantasma”. Secondo la ricostruzione dell’accusa, sia il medico che il tecnico di radiologia avrebbero inserito erroneamente le generalità del paziente finito poi in sala operatoria senza essercene la necessità, nella radiografia dell’addome eseguita nel pomeriggio su un soggetto non identificato.
Il tutto pur avendo a disposizione un precedente esame radiografico dell’addome eseguito sul malcapitato quella mattina stessa e sempre presso il Pronto soccorso dell’ospedale di Soverato.
Dunque, avrebbero posto erroneamente la diagnosi di addome acuto – al posto della corretta diagnosi di appendicite catarrale – sottoponendo, per effetto di tale risultanza, il paziente ad un intervento chirurgico urgente in laparotomia mediana sopra e sotto ombelicale, con appendicectomia, provocando di conseguenza lesioni personali.
Perché, il paziente era finito sotto i ferri senza alcuna necessità potendo essere sufficiente la sola somministrazione di un antibiotico per far regredire la patologia in atto. Al contrario, si era ritrovato una cicatrice di più ampie dimensioni rispetto a quello che normalmente consegue da un intervento di appendictomia. Una cicatrice lungo l’addome a memoria di un intervento chirurgico che non doveva essere eseguito.
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