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REGGIO CALABRIA – «Da lunedì che inizierete a sentire mia nipote vi consiglio di munirvi di uno psichiatra. Si, perchè a mia nipote serve lo psichiatra». E’ quanto ha detto Giuseppe Ferraro, zio della collaboratrice di giustizia Giuseppina Pesce, figlia del boss dell’omonima cosca di Rosarno, Salvatore. Ferraro, che è detenuto al regime del 41 bis, ha preso la parola in videoconferenza per fare dichiarazioni spontanee nel corso del processo nei confronti di presunti capi e gregari della cosca che si sta svolgendo nel tribunale di Palmi. Il riferimento fatto da Ferraro è all’interrogatorio di Giuseppina Pesce, previsto nell’ambito del processo, che si svolgerà dal 21 al 26 maggio nell’aula bunker del carcere romano di Rebibbia. Dopo avere fatto riferimento alla deposizione della nipote, Ferraro ha aggiunto che «tanto lo sappiamo benissimo che siamo in uno stato di polizia e che questo non è un processo giusto». Mentre il detenuto stava proseguendo il suo intervento il tribunale, visto il contenuto delle dichiarazioni, ha deciso di togliergli la parola. Il processo è poi continuato con una raffica di eccezioni difensive circa l’ammissibilità della testimonianza di Giuseppina Pesce e sulla nullità degli interrogatori resi dalla collaboratrice di giustizia nel corso delle indagini preliminari. Dopo alcune ore di camera di consiglio i giudici hanno rigettato tutte le eccezioni. Il processo è stato poi aggiornato a lunedì mattina quando inizierà l’interrogatorio di Giuseppina Pesce.
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