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CATANZARO – Medici assegnati al servizio 118 pur essendo privi delle qualifiche necessarie per poter svolgere il delicato incarico di primo soccorso. È una delle irregolarità riscontrate dalla Guardia di Finanza nell’ambito dell’operazione «By-pass», condotta dagli uomini della compagnia di Palmi (Rc), che ha portato alla segnalazione alla corte dei Conti di 34 persone, fra amministratori e dirigenti pubblici, accusate di aver cagionato cagionato, nell’ultimo decennio, un danno economico ammontante a maggiori spese per 32.595.363 euro a carico delle ex aziende sanitarie di Palmi e Reggio Calabria confluite, dal mese di maggio 2007 nell’ASP 5 della città dello Stretto. Gli accertamenti, delegati dal Procuratore Regionale della Corte dei Conti di Catanzaro Cristina Astraldi De Zorzi, hanno riguardato prevalentemente il Servizio di Continuità Assistenziale, con particolare riferimento all’utilizzo, improprio e ingiustificato, dei relativi medici in servizi e strutture diverse dalla stessa Guardia Medica e al loro inquadramento giuridico ed economico. Nel particolare i finanzieri hanno individuato il ripetuto ricorso a forme di trasferimento illegittime con l’impiego di 197 sanitari che, nel corso di circa quindici anni e con tempistiche, motivazioni e modalità diverse, sono stati trasferiti in strutture sanitarie territoriali ed ospedaliere delle due ex aziende sanitarie ed all’azienda ospedaliera «Bianchi-Melacrino-Morelli» di ReggioCalabria.

Le Fiamme Gialle, secondo quanto reso noto, hanno iniziato le investigazioni partendo dalla prima ondata di trasferimenti avvenuta nel 1995 in seguito alla riorganizzazione del Servizio di Guardia Medica, che aveva portato alla chiusura di numerose postazioni. Sarebbe stato appurato, in proposito, che i trasferimenti, benché temporanei e provvisori, si sono protratti fino ad oggi. «Tutto questo – rilevano gli inquirenti – in evidente elusione anche della normativa disciplinante il blocco delle assunzioni, cui si è fatto ricorso con una certa frequenza nell’ambito delle manovre finanziarie dell’ultimo ventennio, e che costituisce una misura di contenimento della spesa pubblica». Il danno, dunque, è stato doppio per le casse dell’erario: sono stati calcolati, infatti, sia gli stipendi indebitamente percepiti che le maggiorazioni di salario e di benefit vari dovuti alla nuova forma di incarico.

Complessivamente sono state individuate 420 «disposizioni di utilizzo», atti cioè, che disponevano il trasferimento dei medici, emessi da funzionari e amministratori pubblici delle aziende sanitarie interessate, il tutto provocando, dunque, maggiori spese per complessivi 32.595.363 euro a carico delle ex Aziende sanitarie di Palmi e Reggio Calabria

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