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CROTONE – Alla fine, dopo tre giorni di ricerche, l’hanno trovato in un burrone, sotto un ponticello, incastrato nell’auto Nissan “Mikra” capovolta, precipitata dalla strada consortile che collega il quartiere Papanice alla località Passovecchio e a Scandale: è morto in un brutto incidente Antonio Russo, un 36enne disoccupato del quale la moglie, Daniela Pignalosa, 32enne, aveva formalmente denunciato la scomparsa lo scorso venerdì. Non vedendolo rientrare la sera di giovedì, la giovane e i due figli della coppia erano allarmati. Pare che Russo non fosse molto lucido, secondo quanto riferito dai suoi familiari agli investigatori della Squadra Mobile, quando si è allontanato di casa intorno alle 22. Poco prima aveva trascorso una serata con gli amici. Poi è riuscito di casa senza precisare dove andava e lasciando nell’abitazione il suo telefono cellulare. Forse una dimenticanza. L’incidente potrebbe essere avvenuto nella notte tra giovedì e venerdì scorsi, dunque.
Scene strazianti quando la moglie è arrivata sul luogo della tragedia, ieri pomeriggio, facendosi strada tra i socccorritori del 118, i vigili del fuoco, i carabinieri e la polizia. «Se avessero fatto le ricerche con l’elicottero l’avrebbero trovato subito», ha urlato la donna in preda alla disperazione. Il corpo senza vita è stato poi estratto dai vigili del fuoco a cui è toccato un penoso compito.
Da un anno Russo era senza occupazione. Qualche tempo fa lavorava come incisore di targhe e e coppe in un negozio di via Regina Margherita. Il fatto di non lavorare lo turbava, secondo la testimonianza della moglie.
Mai avuto a che fare con la giustizia, nessun’ombra nel suo passato. Per gli investigatori, infatti, che non escludevano nessuna ipotesi, prima del rinvenimento di ieri pomeriggio, sembrava concreto il percorso d’interpretazione che portava alla conclusione di un allontanamento volontario. Invece, con ogni probabilità, Russo sarebbe rincasato se non avesse perso il controllo del mezzo e non fosse finito nella scarpata alla periferia nord di Crotone.
Si chiude così il caso per gli investigatori guidati dal vicequestore Cataldo Pignataro, che stavano lavorando intensamente alla scomparsa tanto più che appariva un fatto inusuale nella vita regolare di Russo. Ecco cos’era successo. L’ipotesi più nera, la più atrocce, alla fine è stata confermata. Al giovane che non facena ritorno dalla moglie dai figli a cui era molto legato non poteva che essere successo qualcosa di grave. Di irreparabile.
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