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CATANZARO – Due anni, 10 mesi di reclusione e l’interdizione temporanea dai pubblici uffici. Questa la condanna emessa in primo grado a carico di Caterina Laria, ex assessore alle Politiche sociali del Comune di Catanzaro, accusata di concussione, oggi in corsa alle prossime elezioni amministrative per il rinnovo del Consiglio comunale di Catanzaro, nella lista “Scopelliti presidente”. Venerdì scorso, il pubblico ministero Gerardo Dominijanni aveva sollecitata la condanna a sei anni di reclusione.
Secondo la ricostruzione dell’accusa l’ex assessore rinviata a giudizio a febbraio 2011, avrebbe esercitato pressioni su una cooperativa sociale per l’approvazione di un progetto in cambio dell’impiego di persone appositamente segnalate.
Circostanza, che l’imputata ha specificamente contestato in aula, spiegando di non aver mai fatto alcuna pressione ponendo proprie condizioni per l’approvazione del progetto. Il reato contestato sempre secondo il castello accusatorio, si sarebbe consumato nell’ambito del settore a cui era a capo l’ex assessore nel corso del suo incarico amministrativo nell’ex giunta presieduta da Sergio Abramo (oggi candidato del centrodestra alla poltrona di primo cittadino del capoluogo). Proprio l’ex sindaco, era stato chiamato a testimoniare nel corso delle scorse udienze e, successivamente, interrogato dal pubblico ministero per l’ipotesi di reato di falsa testimonianza in relazione a quelle dichiarazioni rese in aula. Ipotesi, «tutte da accertare» aveva ribadito Abramo che aveva aggiunto di «aver indicato al magistrato alcuni percorsi investigativi che mi auguro possa compiere per accertare la totale infondatezza del sospetto che possa aver compiuto falsa testimonianza». E sempre in aula era arrivato a testimoniare l’arcivescovo emerito di Catanzaro Squillace, monsignor Antonio Ciliberti che nell’ambito della stessa indagine era indagato per false dichiarazioni rese al pm. Posizione, la sua stralciata in attesa della definizione del filone principale. Per questo, il prelato era stato sentito in aula come indagato di reato connesso, difeso dal suo legale di fiducia Amedeo Bianco.
«Con la serenità di essere indenne da qualunque responsabilità di qualsivoglia natura, proseguo la mia campagna elettorale, ritenendo che quando si crede e si ha fede nella propria pulizia interiore e capacità di aiuto alle persone bisognose, si rende opportuno e doveroso andare loro incontro ed attivare tutte quelle progettazioni che si rendono necessarie per migliorare la loro condizione di vita», questo il commento a caldo dell’ex assessore Laria dopo la sentenza di condanna.
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