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VIBO VALENTIA – «Adesso basta. Non ne posso più. Sono stato costretto a licenziare già quattro dipendenti. Domani chiudo e mi autolicenzio anche io». E’ questo l’amaro sfogo di Daniele Stuppia, un giovane di 25 anni, titolare dell’autosalone “Cars Srl” aperto a Vibo Valentia, in seguito all’ennesimo attentato intimidatorio avvenuto stanotte contro la serranda del suo autosalone. L’ultimo di una serie caratterizzata da una vera e propria escalation che ha registrato bombe e richieste di estorsioni con aggressioni fisiche e minacce di morte. Estorsioni che il venticinquenne imprenditore non ha esitato a denunciare facendo agli inquirenti anche i nomi di chi ha tentato di taglieggiarlo in alcuni casi anche facendo arrestare i presunti responsabili.
«Giorni addietro – afferma ancora l’uomo – la testa mozzata di un cane chiusa in un sacco assieme ad alcune cartucce di fucile contenute in un guanto di lattice, è stata depositata dinnanzi all’ingresso di casa mia. Prima ancora l’uccisione di un cavallo, la distruzione, con una bomba, della mia casa che, una volta ricostruita, è stata anche incendiata. Infine l’incendio del parco macchine. Ma la cosa che più mi scoraggia – spiega ancora il giovane – è che dopo che le forze dell’ordine li mettono in galera, dopo pochi giorni i delinquenti sono nuovamente fuori e continuano come se nulla fosse a perseguitarmi mettendo in pericolo me e la mia famiglia. E mentre io ed i miei anziani genitori stiamo crepando, loro continuano nella loro criminale carriera. Un qualcosa insomma che fa a pugni con quanto denunciato dalle autorità giudiziarie: Vale a dire che i cittadini non collaborano e non denunciano. E quando lo fanno? È la morte civile ed economica e – conclude laconicamente Stuppia – non sai più dove sbattere la testa».
Le sedi dell’impresa sono videosorvegliate, con estrema probabilità, dunque, i filmati saranno acquisiti dagli inquirenti per verificare se è possibile trarre elementi utili ai fini delle indagini aperte sulle intimidazioni.
Il 30 dicembre dello scorso anno è stato fatto anche un attentato contro il panificio industriale sempre di proprietà della famiglia Stuppia. «Sono nel mirino di queste persone – dice ancora Stuppia – e non posso più sostenere questa situazione. Servono provvedimenti concreti. Chi mi perseguita è libero ed io vivo nell’inferno. Forse sarebbe stato meglio se avessi pagato quanto mi era stato chiesto. Voglio andarmene all’estero perchè in Italia non si capisce più nulla».
Il prefetto di Vibo Valentia Michele Di Bari, appresa la notizia numerosi attentati, una trentina, ai danni di Daniele Stuppia 25 anni, ha deciso di gettare la spugna, ha convocato lo stesso per le 10 di stamattina in prefettura.
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