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REGGIO CALABRIA – Erano alle prese con sostanze piriche probabilmente per fabbricare un ordigno che è poi esploso ferendoli: Giuseppe Zema, di 19 anni, e Pasquale Marcianò sono stati arrestati dalla squadra mobile di Reggio Calabria con l’accusa di fabbricazione e detenzione di esplosivi. A seguito della deflagrazione avvertita anche a distanza, che si è verificata per cause in corso di accertamento nel cortile dell’abitazione di uno dei due, entrambi sono rimasti feriti e portati in ospedale: Zema, che è incensurato, ha riportato danni ad una mano, mentre Marcianò, con piccoli precedenti per rissa, ad una gamba e prognosi di 20 giorni. Sul luogo dell’esplosione sono giunti gli agenti delle volanti che hanno anche richiesto i soccorsi e gli esperti della scientifica per i rilievi. Gli accertamenti effettuati dal nucleo antisabotaggio del reparto mobile della polizia di Reggio Calabria hanno confermato la natura altamente pericolosa dell’ordigno, composto da circa due chilogrammi di polvere pirica, la cui esplosione ha provocato un cratere di circa 50 centimetri di diametro e 20 di profondità. Le indagini proseguono per verificare eventuali complici e per accertare a cosa dovesse servire l’ordigno.
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