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LOCRI (RC) – «Quel che può apparire oggi un guadagno per lo Stato, riducendo i servizi, verrà pagato in altro modo». È quanto scrive il Vescovo di Locri, mons. Giuseppe Fiorini Morosini, in una lettera inviata al Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Monti, per chiedere interventi in favore della Locride.   «La verità – aggiunge – è che la logica dei numeri è disumana, perchè una cosa è stabilire un numero massimo e minimo di alunni in una città, altro nei piccoli centri della Locride, dove anche le strade che uniscono alla costa sono solo una parvenza di esse o tragico ricordo. La Locride è stata condannata all’isolamento: treni soppressi, l’unica strada di collegamento con il nord della Calabria è la fatidica Strada Statale 106 in attesa da oltre 20 anni per essere ammodernata, pubblici uffici sempre più centralizzati. Si dice che sono le esigenze della moderna organizzazione dello Stato. Locri è al centro della Locride: per arrivare a Reggio Calabria sono necessarie due ore di treno».   «La crisi economica – prosegue mons. Morosini – ha elevato moltissimo la fascia della povertà; lo sanno gli sportelli della Caritas Diocesana e quelli delle Caritas parrocchiali. Le piccole aziende, che ancora reggono il sistema economico della Locride, avrebbero bisogno di agevolazioni e di un nuovo rapporto basato sulla fiducia e sulla trasparenza tra banche e mondo imprenditoriale. Lo so: a chi può interessare il nostro territorio, tristemente famoso per altri problemi più gravi, che si stanno estendendo a macchia d’olio nel nord opulento. Siamo considerati zavorra, peso inutile; forse si gioirebbe se non ci fossimo. Ma, purtroppo per tanti, ci siamo e dobbiamo risolvere i nostri problemi. È necessario dare fiducia ai nostri giovani perchè non lascino la nostra terra».   «Le difficoltà economiche – conclude – stanno imponendo duri sacrifici a tutti, ma noi nella Locride le stiamo vivendo in maniera drammatica, perchè per tanti aspetti qui non si è trattato di ridimensionare quanto si aveva, ma di perdere tutto. Dico tutto, senza retorica, perchè certi tagli hanno comportato la perdita delle ragioni stesse per ipotizzare futuro».

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