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CATANZARO – «La situazione sanitaria calabrese, nonostante i riportati minimi miglioramenti dei conti pubblici all’ultimo Tavolo Massicci, è sicuramente in fibrillazione e in fase di riorganizzazione in diversi settori, che vanno dalla rete dell’emergenza a quella della richiesta oncologica». È quanto scrivono in una lettera aperta i dipendenti della Fondazione Tommaso Campanella che si trovano in stato di agitazione. «Qualche anno fa, a proposito di esigenze – proseguono i dipendenti – di risposte pratiche ai malati oncologici, veniva fondata ad opera di due soci pubblici, la Regione e l’Università, l’Ente Fondazione Tommaso Campanella, organizzata come una struttura di diritto privato, finanziata da fondi pubblici e insediata presso i locali dell’Università Magna Grecia a Germaneto di Catanzaro. Una soluzione alternativa ed innovativa alla mancanza di un punto di riferimento per le patologie neoplastiche: sicuramente la Fondazione rappresenta una novità nell’ambito territoriale sanitario, oltremodo stracolma di strutture fatiscenti. Infatti, oggi i calabresi sono costretti ancora ad andare oltre regione per ottenere delle cure ormai standardizzate da protocolli internazionali e attuabili anche a casa propria, incrementando così quell’immaginario collettivo dell’abitante di una terra povera, dolorosa ed umiliata, che si trova ad affrontare non poche difficoltà legate all’emigrazione sanitaria».
«Noi, una ‘piccola-grande squadra’, meno di 300 lavoratori, inserita – aggiungono – nell’asprezza dello spaccato della realtà sanitaria calabrese vogliamo solo parlare della nostre incertezze e paure come ‘operai’ della sanità. Ormai le notizie divulgate sono davvero sconcertanti e deludenti sul destino della struttura e a questo si aggiunga che sono mesi che non vengono emanate le liquidità per il pagamento delle spese dei materiali, dei farmaci e degli stipendi. Noi dipendenti sentiamo l’esigenza di esprimere liberamente il nostro pensiero e di aprire una protesta a partire da oggi e un dibattito con le autorità locali. La nostra squadra, ancora una volta tribolante sul piano delle rassicurazioni del diritto al lavoro, vuole esternare questo disagio con un sit-in il giorno 13 aprile all’esterno dei locali del Dipartimento della Salute della Regione e vorrebbe delle risposte, perché saranno queste risposte che riporteremo questa volta in primis a noi stessi, poi alle nostre famiglie che tante volte hanno condiviso con noi l’angoscia delle nostre scelte , ma soprattutto queste risposte riporteremo ai nostri stessi malati». I lavoratori della Fondazione Campanella evidenziano inoltre che «il centro oncologico rappresenta un elemento di prestigio per la nostra terra ma ancora prima sia una necessità considerati i tassi di malattia, che ancora non si è avuto nemmeno tempo di definire ed inquadrare in un registro regionale aggiornato. Il nostro messaggio vuole essere da sprono a chi ha le competenze tecniche ed amministrative a dare delle risposte che non siano solo dettate dalla volontà di fare quadrare i numeri. Riteniamo che l’esistenza di un centro dedicato alla cura e ricerca sui Tumori sia un atto dovuto anche ai nostri conterranei e a tutti i pazienti delle realtà limitrofe meridionali, come già succede da decenni nelle realtà regionali del Nord Italia, e che anzi questo stesso Centro dovrebbe caso mai essere sostenuto e arricchito con altre risorse».
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