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CATANZARO – E’ scomparso dal reparto dell’ospedale «Pugliese-Ciaccio» di Catanzaro dove si trovava ricoverato Celestino Abruzzese, 65 anni, figura carismatica del potente clan dei nomadi di Cassano, padre del presunto boss della stessa cosca, Franco Abruzzese, detto Dentuzzo. Due anni addietro il Tribunale della libertà aveva concesso all’uomo gli arresti domiciliari per motivi di salute sottraendolo al 41 bis.
La figlia di Abbruzzese ne ha denunciato la sparizione domenica scorsa ai carabinieri di Cassano, ma la notizia s’è appresa solo martedì nel corso del maxiprocesso «Timpone Rosso», in corso davanti all’Assise di Cosenza, dove il sessantacinquenne è imputato di omicidio. Il pm antimafia Vincenzo Luberto lo ritiene, infatti, coinvolto nel rapimento, l’uccisione e la distruzione del cadavere del ventiduenne piastrellista cassanese Antonio Acquesta. Il giovane venne ingoiato dalla lupara bianca il 27 aprile del 2003 e il suo corpo non è mai stato ritrovato.
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