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CATANZARO – Da un lato incassava 100 euro al giorno per ogni prostituta che controllava, dall’altro spendeva tutto in droga, soprattutto cocaina. Un giro vorticoso, interrotto dalla squadra Mobile della Questura di Catanzaro che ha notificato oggi cinque provvedimenti restrittivi, sgominando il gruppo che si occupava della prostituzione e quello che gestiva lo spaccio. Figura centrale dell’operazione “Sex e drug” e’ Antonio Pappaianni, 47 anni, catanzarese noto come Totina, finito in carcere su disposizione del gip del tribunale di Catanzaro, Abigail Mellace. Sarebbe stato il quarantasettenne, secondo i riscontri investigativi, a minacciare le prostitute che svolgevano la loro attività a Catanzaro, facendosi consegnare dietro continue minacce una vera e propria tangente. Con lui, anche Martha Lucia Rico Alvarez, colombiana di 39 anni residente a Fano ma di fatto domiciliata a Catanzaro, per la quale sono stati disposti gli arresti domiciliari.  Mentre gli uomini della squadra Mobile indagavano su questo giro, nei primi mesi dello scorso anno, si sono imbattuti nel “vizio” di Totina. Appena incassava i soldi della prostituzione, infatti, Pappaianni si rivolgeva ad un gruppo di spacciatori, anche più volte al giorno, comprando diverse dosi di droga, soprattutto cocaina. A quel punto, la polizia ha avviato un secondo filone di indagine che ha permesso di bloccare un vero e proprio mercatino della droga, con un notevole afflusso di clienti. Le manette sono scattate per Alessandro Arena, 26 anni; ai domiciliari e’ finito Fabio Bevilacqua, 21 anni, mentre l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e’ stato disposto per Stefano Carmine Sferrazzo, 28 anni, tutti di Catanzaro.

Nel corso delle indagini, gli uomini guidati da Rodolfo Ruperti hanno potuto raccogliere anche la confessione di una prostituta trentenne di nazionalità cubana, la quale ha raccontato delle minacce che avrebbe subito da Alvarez e Pappaianni, che le avrebbero imposto il pagamento giornaliero una tantum, e l’obbligo di utilizzare la casa da loro segnalata, nel centro della città. Una condizione che avrebbe riguardato almeno altre due prostitute, identificate dalla polizia, ma che nasconderebbe un giro molto più ampio, difficile da ricostruire per i continui spostamenti delle ragazze straniere utilizzate per incontrare clienti nel capoluogo calabrese. Per ogni prestazione, secondo i riscontri della polizia, era richiesto il pagamento di 100 euro, con clienti di tutte le estrazioni sociali e con un via vai di almeno sette, otto uomini al giorno per ogni prostituta.

Per quanto riguarda lo spaccio della droga, il capo della Mobile, Ruperti, ha evidenziato l’imponente mole di affari messo in atto dai tre soggetti interessati, anche se con posizioni diverse. In quattro, cinque giorni, sono stati riscontrati oltre ottanta cessioni di stupefacenti, anche se questi sono solo gli episodi riscontrati grazie alle attività di intercettazione e appostamento. L’indagine, coordinata dal sostituto Paolo Petrolo, ha permesso di interrompere questo mercatino della droga che non aveva mai sosta, come ha sottolineato Ruperti, sul quale si e’ preferito agire con tempestività.

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