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«Sono passati 24 giorni, 576 ore e 34 mila e 560 minuti che continuano a scorrere dal 6 marzo giorno chiave della mobilitazione Coldiretti svoltasi a Rosarno, ma – commenta Pietro Molinaro presidente di Coldiretti Calabria -nonostante incontri Istituzionali ai vari livelli con le relative assicurazioni, la Coca-Cola company continua ad essere assente e a non dare alcun cenno positivo sulla catena di sfruttamento che interessa l’intera filiera agrumicola da industria. A questo punto, il sospetto che da parte del «gigante delle bibite» si sia trattato solo di impegni formali per mettere una «pezza» al danno di immagine dopo la clamorosa denuncia della rivista inglese «the ecologist» che fece il giro del mondo, potrebbe essere abbastanza fondato. La situazione nella Piana continua ad essere drammatica, le arance marciscono, i produttori da tre anni soffrono le pene dell’inferno e non fanno reddito, la situazione dei lavoratori stagionali pone serie preoccupazioni, insomma, – afferma un preoccupato Molinaro – continua ad esserci un mix micidiale che può sfociare in situazioni che diventano difficili da controllare. È proprio il caso di dire -continua -che l’impresa viene spolpata e non le arance! Un comportamento che continua ad impoverire l’impresa, ne annulla le capacità di investire, ne compromette qualora ce ne fosse, la capacità di finanziarsi, se questo – continua – è il modo in cui le multinazionali tengono all’impresa, siamo all’anno zero in termini di eticità: questo si chiama depauperamento del patrimonio pubblico e del territorio». «La Coldiretti Calabria e i produttori non possono più aspettare. Invitiamo la Coca-Cola e le altre multinazionali a venire in Calabria, offriamo anche l’ospitalità – afferma Molinaro -per verificare insieme «de visu» cosa sta drammaticamente accadendo,e che cosa è realmente la «catena di sruttamento» per non soffermandosi a freddi proclami e dichiarazioni fatte solo sulla base di carte per mettersi a posto la coscienza. Siamo -continua -anche disponibili ad accettare eventuali consigli, mettendo in chiaro ed in trasparenza i dati economici come abbiamo già fatto noi con i costi di produzione e dai quali emerge che oggi affamano tutti e poi finalmente dare corso ai contratti giusti e remunerativi. Si sta per concludere la campagna agrumicola e oltre al prezzo pagato ai produttori di 0,7 centesimi di euro, abbiamo potuto riscontrare – continua il presidente – che la richiesta di succo concentrato è diminuita. Il sospetto che si ingenera è che si potrebbe essere in presenza di una sottile, astuta e bella e buona ritorsione. Altro che aumentare l’acquisto di succo dalla Calabria. L’ulteriore sospetto poi è che le multinazionali – dopotutto è il loro mestiere anche in altri settori -stiano effettuando una forma di cartello e su questo, sarebbe utile ed importante che svolgesse le opportune indagini e approfondimenti l’Autorità per la concorrenza sui mercati. È evidente che continueremo come una spina nel fianco – conclude Molinaro – a seguire la vicenda perché come ha affermato più volte la più alta carica dello Stato il Presidente della Repubblica è giunta l’ora che si ponga fine ad ogni forma di precarietà senza futuro».
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