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REGGIO CALABRIA – I dipendenti del Policlinico Madonna della Consolazione di Reggio hanno dichiarato lo stato d’agitazione per i tagli previsti dal piano di rientro sanitario regionale. A darne notizia sono gli stessi lavoratori in un comunicato.   «Lunedì 19 marzo la Regione – è scritto nella nota – ha convocato tutte le strutture private per comunicare la riorganizzazione complessiva della rete ospedaliera nel Piano di rientro. Dalle decisioni adottate dal provvedimento firmato dal presidente Scopelliti, dal dirigente Scaffidi e dai sub commissari D’Elia e Pezzi, si evince la netta volontà della riduzione dei posti letto con il beneplacito del governo regionale. Per la provincia di Reggio si passa da 539 in atto a 300 posti letto da ridistribuire, con un abbattimento del ben 44%. Ci si chiede se tale abbattimento sarà applicato secondo un criterio omogeneo e rispettoso delle singole realtà o piuttosto con criteri di ripartizione non corrispondenti alle più elementari regole di logica».   

«A differenza di quanto accaduto per le altre province calabresi – prosegue la nota – sul territorio reggino la distribuzione dei posti letto è avvenuto in modo alquanto anomalo con percentuali di ripartizione indirizzate in modo del tutto personalizzato. Ciò ha determinato una sperequazione in modo assurdo ed inaccettabile: piccoli che magicamente diventano grandi, (o tali) e grandi che dalla sera alla mattina si ritrovano piccoli».  

Per i dipendenti della struttura sanitaria reggina «non si riesce a capire come il governo regionale non abbia inteso dare alcun peso ai risvolti occupazionali della vicenda omettendo ogni preventiva valutazione in merito all’individuazione dei criteri da adottare per l’abbattimento dei posti letto   convenzionati. È chiaro che la finalità perseguita non è stata quella di salvaguardare il maggior numero di dipendenti occupati, ma piuttosto quello di tutelare l’interesse di alcuni titolari di strutture private. I lavoratori del Policlinico Madonna della Consolazione non rimarranno inermi ad attendere passivamente ulteriori comunicazioni».

 

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