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«LO chiedo alla comunità cutrese: bisogna rompere il clima di omertà». E’ questo l’appello lanciato dalla presidente della Provincia, Sonia Masini, a margine di un’iniziativa contro la mafia. «La cosa inquietante — ha detto la presidente — è che dopo la mobilitazione che c’è stata, gli accordi che abbiamo fatto contro la mafia, la sfida che abbiamo lanciato, l’unità che abbiamo dimostrato a Reggio, in modo inedito e dopo alle minacce al prefetto, ci siano ancora i roghi». 

E’ composta da circa 10 mila persone la comunità di origine cutrese residente a Reggio Emilia e alla quale si è rivolta Sonia Masini.   La città reggiana costituisce, per gli emigrati calabresi che vi risiedono, un luogo dove continuare a sentirsi a casa nonostante i mille e più chilometri di distanza dal paese d’origine. La presidente Masini ha fatto riferimento all’ultimo episodio avvenuto nella notte tra sabato e domenica. In un cantiere edile in via La Tenuta, ad Albinea, infatti, è stato bruciato il furgone dei fratelli Rosario e Alfonso Aloi, 41 e 36 anni, entrambi originari di Cutro, titolari di una piccola azienda edile.  «La criminalità sta alzando il tiro di fronte a una nostra azione compatta — ha spiegato Masini — E questo dimostra quanto la situazione sia seria. Quindi bisogna rispondere in modo chiaro». 

«Io voglio dirlo a chi subisce questi attentati, a chi sa qualcosa – ha ammonito – denunciate. Non possiamo più sentire che non si ha idea di cosa sia successo, basta! Bisogna rompere il clima di omertà, lo chiedo alla comunità cutrese: rompete il clima di omertà altrimenti si creerà una separazione tra chi è nato a Reggio e chi viene da fuori. Questo noi non lo vogliamo, ma è il rischio che si corre. Questo clima di omertà è intollerabile nella nostra città — ha concluso la presidente della Provincia — chi è minacciato deve trova il coraggio di ribellarsi: tutti devono collaborare. Perché a Reggio bisogna parlare».

 

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