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CATANZARO – Sulla scuola di magistratura a Catanzaro non è detta l’ultima parola, anche dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha accolto le tesi di Benevento. Ad aprire uno spiraglio per la sede dell’istituzione, è stato il ministro della Giustizia, Paola Severino, intervenuta oggi a Catanzaro alla manifestazione promossa dalla Commissione regionale pari opportunità e dalla Fidapa per un maggiore coinvolgimento delle donne in politica e nelle istituzioni. Il Guardasigilli, rispondendo alle domande dei giornalisti, ha spiegato come “le cose non vanno risolte a colpi di sentenze ma a colpi di efficienza e di risparmio. Occorre vedere quali siano le sedi più adeguate, io sto facendo un giro, perché sono un po’ come San Tommaso e voglio rendermi conto di persona come stanno le cose. Ho iniziato questo giro, lo proseguirò e poi verranno le decisioni”. Una boccata d’ossigeno per quanti da anni sostengono la necessità di avviare a Catanzaro la Scuola di magistratura, a maggior ragione dopo le polemiche con Benevento e le scelte di trasferimento della sede in terra campana.

CARENZA MAGISTRATI. Il ministro ha affrontato anche molti altri temi dell’agenda politica, compreso la situazione delle carenze croniche della giustizia calabrese. Severino ha raccolto l’allarme dei vertici della magistratura di Catanzaro in un incontro che si e’ svolto a margine del convegno. In una sala riservata erano presenti il procuratore capo di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, il procuratore generale, Santi Consolo,il presidente della Corte d’appello, Gianfranco Migliaccio, il presidente del tribunale di Catanzaro, Domenico Ielasi.

Al ministro, sono state evidenziate le lacune dell’amministrazione giudiziaria di Catanzaro, dove risultano vacanti diversi posti di magistrato. Una situazione nota, denunciata anche in occasione dell’ultima inaugurazione dell’anno giudiziario, quando il procuratore generale Santi Consolo, il quale aveva ribadito che “il distretto di Catanzaro, capoluogo di regione, per vastità territoriale e numero di abitanti nel relativo bacino d’utenza é la Calabria, ma l’organico della Procura è nettamente sottodimensionato”. Da quello che e’ trapelato, il ministro ha raccolto l’allarme, rassicurando un’analisi più complessiva che riguarda l’intero comparto della giustizia e che potrebbe ovviare alle difficoltà attuali.

QUOTE ROSA. Con il piglio di giurista, considerato che il ministro e’ un noto avvocato penalista, Severino ha affrontato anche il tema dell’iniziativa legislativa popolare con cui in Calabria si intende introdurre la doppia preferenza alle elezioni regionali per dare spazio alle donne nella massima assise calabrese. “Il tessuto sociale e normativo deve aiutare”, perché ha ricordato il ministro, “i principi del nostro ordinamento non sono del tutto compiuti”. Severino ha affermato di avere “inizialmente pensato che non era giusto che le donne dovessero affermarsi attraverso le quote rosa, poi – ha aggiunto – ho pensato alle difficoltà che le donne hanno incontrato negli anni e alle catene che hanno dovuto spezzare”. Ed allora, secondo il Guardasigilli, “le quote rosa sono necessarie per spezzare la catena, poi ci chiameremo una dietro l’altra, perché tra noi c’e’ anche una questione di solidarietà”.

Un tema, quello della riforma della legge regionale, su cui è intervenuto anche il presidente Giuseppe Scopelliti: “In un momento di antipolitica ci sono donne in Calabria che si mobilitano per mettere in campo una proposta di legge e valorizzare la presenza delle donne in politica, e questo va salutato sicuramente con grande soddisfazione condivisione. Dobbiamo fare un’analisi più approfondita sul tema della legge elettorale – ha concluso il governatore – credo che questa rappresenti una proposta più interessante”.

LA RIFORMA DEL LAVORO. Rispondendo alle domande dei giornalisti, Severino si e’ soffermata anche sulla riforma del lavoro e sull’articolo 18 in particolare. “La riforma va vista nel suo complesso e io , in particolare – ha detto –  mi dovrò occupare dell’aspetto processuale. Abbiamo in programma alcuni incontri con il ministro Fornero, interverremo soprattutto sul sistema processuale che è una grandissima integrazione rispetto alla parte sostanziale. Perché trovare un sistema processuale, nel quale un giudice possa, con la massima celerità, individuare quali sono le situazioni di licenziamento e, quindi, creare le categorie sulla base delle quali poi si avvierà il processo, a me sembra estremamente importante”. L’obiettivo, ha concluso il ministro Guardasigilli, e’ quello di ottenere “un processo celere, efficace ed efficiente, e soprattutto che aiuti a distinguere  tra le varie categorie di licenziamento. Così la parte processuale e la parte sostanziale si integreranno tra di loro”. 

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