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di PAOLO TRAMONTI*
e ROSI PERRONE**
ROMPERE il silenzio e innescare un processo di cambiamento.
E’ questo l’obiettivo che ci possiamo dare, insieme, per un 8 marzo nel nome delle donne di ‘ndrangheta che hanno saputo opporsi alle logiche del clan.
Per questi motivi la Cisl Calabria e il segretario confederale Liliana Ocmin, credono all’iniziativa lanciata dal Quotidiano della Calabria e dal suo direttore Matteo Cosenza e sono pronti a sostenerla, nella convinzione che occorra agire sui territori. La questione delle donne è una priorità nella nostra agenda politica e adesso ancora di più quella delle donne di ’ndrangheta. Infatti pare evidenziarsi oggi, attraverso le testimoni di giustizia, una contezza di genere all’interno dei clan, finalizzata a voler realizzare un cambiamento che affranchi le future generazioni dalle catene della criminalità.
Questo atteggiamento non piace alla “famiglia di ‘ndrangheta” che adesso tenta, con un’operazione di marketing, di riportare l’immagine della donna al suo posto, nella logica della famiglia e non contro.
Adesso, più che mai, dobbiamo come società civile essere uniti, per non far oscurare i volti e le voci di Maria Concetta, Lea e Giuseppina.
*segretario generale
Cisl Calabria
**segretario regionale
Cisl Calabria
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