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di SAVERIO PUCCIO
CI sono le carenze croniche che attanagliano tutto il sistema giudiziario, tra mancanza di personale e una legislazione non sempre puntuale, ma ci sono anche l’impegno e la dedizione di magistrati e personale amministrativo che svolgono un’attività immane per sopperire alle lacune. L’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tar Calabria è avvenuta anche quest’anno in nome dell’oculatezza, con la decisione di tenere una sola cerimonia, a Catanzaro, per la sede regionale e per quella distaccata di Reggio Calabria. Un modo per dimostrare anche l’attenzione delle istituzioni alla crisi economica che sta attraversando non solo l’Italia.
Ad aprire i lavori è stato il presidente del Tar Calabria, Giuseppe Romeo, davanti ad una platea di autorità civili, religiose e militari, tra le quali il presidente del Consiglio regionale, Francesco Talarico. Il suo primo monito è stato rivolto proprio al sistema giudiziario nel suo complesso, perché, ha detto, l’esistenza della giustizia amministrativa «ha senso solo in un orizzonte in cui si dia un interesse pubblico da far convivere ed eventualmente competere con il privato».
L’apertura dell’anno giudiziario è, però, anche l’occasione per tracciare un bilancio, così, rispetto all’attività svolta, Romeo ha evidenziato che sono sopravvenuti nel 2011 1525 ricorsi, contro i 1565 dell’anno precedente. Un numero pressoché uguale, che ha portato nello scorso anno a pubblicare 1293 sentenze contro le 1565 del 2010. Sempre nell’anno trascorso, «è stato pubblicato un numero di provvedimenti decisori ampiamente superiore a quello dell’anno precedente (2191 contro 1565), con il soddisfacente risultato – ha detto il presidente – di avere abbattuto l’arretrato dell’8,51 per cento. Il dato complessivo che quindi emerge è confortante: nel 2011 sono stati emessi 4642 provvedimenti rispetto ai 4354 del 2010». Sempre nel 2011 le sentenze di merito sono state 1293 contro le 1144 del 2010. «Il problema dello smaltimento dei ricorsi che via via sopravvengono – ha dichiarato Romeo – è di fatto insolubile. Un elementare dovere di correttezza impone di dire che se il numero delle impugnazioni resta costante nel tempo e se il numero dei magistrati assegnati a questo tribunale rimane invariato, ben un 15 per cento dei ricorsi che saranno introitati in ciascun anno non potrà essere deciso». Il presidente ha ricordato che la cerimonia inaugurale si svolge nella ricorrenza del quarantesimo anniversario dell’istituzione del Tar, affermando: «I buoni propositi iniziali e lo stesso disegno costituzionale sono stati frustrati dalla costante erosione delle competenze dei tribunali regionali a vantaggio – ha concluso Romeo – della competenza funzionale inderogabile del Tar Lazio, divenuto nel tempo una specie di controfigura del Consiglio di Stato».
La scelta di usare «toni misurati e senso della concretezza» per la cerimonia unitaria, è stata sottolineata dal presidente della sezione staccata di Reggio Calabria del Tar, Ettore Leotta, il quale ha sottolineato le motivazioni che hanno spinto verso un’unica cerimonia di inaugurazione dell’ anno giudiziario, tra la sede staccata di Reggio e quella centrale di Catanzaro. Una decisione che si è ripetuta, dopo essere stata realizzata lo scorso anno, ha sottolineato Leotta nella sua relazione, «come segno tangibile dell’unicità della giurisdizione amministrativa in tutta la regione», oltre che per «ridurre al minimo l’impegno organizzativo» tenendo conto anche dell’attuale situazione di recessione economica. Nella relazione, il presidente della sezione di Reggio Calabria ha sottolineato che nel 2011 le decisioni assunte sono state 884, mentre i ricorsi depositati sono stati 758. «La sezione staccata – ha spiegato Leotta – disponendo di sei magistrati, è riuscita a fare fronte alle sopravvenienze, intaccando l’arretrato effettivo con 126 decisioni di merito. Di tale risultato – ha aggiunto – non si può che essere orgogliosi». Questo, anche perchè il presidente ha ricordato che «per quasi tutto il 2011, su un organico di sette unità, il numero dei magistrati in servizio presso la sezione staccata è stato di sei unità, compreso il presidente».

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