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Sedici avvisi di garanzia per il reato di associazione mafiosa, intestazione fraudolenta di valori, corruzione e falso ideologico, sono stati notificati ad altrettate persone, tra cui 5 funzionari e tecnici dell’Aterp di Reggio Calabria nonchè dei titolari di 10 aziende del reggino nell’ambito di un’inchiesta su possibili infiltrazioni mafiose negli appalti dell’ente. Gli avvisi sono stati recapitati dalla Guardia di Finanza sotto la direzione della locale Direzione Distrettuale Antimafia. I finanzieri hanno anche eseguito numerose perquisizioni nei confronti di funzionari e tecnici dell’Aterp di Reggio Calabria, nonchè di ditte e società di costruzioni e lavori edili della provincia, aggiudicatarie di appalti dall’Ente.
L’attività investigativa in corso ha lo scopo di mettere in luce la possibile commistione tra il gestore di fatto di una ditta di Reggio Calabria, già condannato definitivamente per il reato di associazione mafiosa, e un funzionario dell’Aterp il quale, grazie agli stretti legami di amicizia instaurati, si sarebbe prodigato per far affidare alla ditta intestata alla moglie del pregiudicato lavori pubblici d’urgenza da parte dell’ente, successivamente subappaltati ad altre ditte compiacenti, al fine di non incorrere nei rigori delle misure patrimoniali antimafia. Analoghi comportamenti illeciti sono contestati anche ad altri tecnici e funzionari dell’Aterp che figurano tra gli indagati. Sono in corso accertamenti per verificare se i preventivi di spesa relativi a tali lavori siano stati artatamente «gonfiati» al fine di far conseguire un più ampio margine di guadagno alle ditte interessate.
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