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Erano nascosti in un carico di confezioni di zucchero destinati ad una azienda del nord Italia, gli oltre 114 chili di cocaina sequestrati dalla Guardia di finanza nel porto di Gioia Tauro. Lo stupefacente era in tre borsoni e ricoperta di sterco per sviare il fiuto dei cani antidroga. L’operazione è stata condotta dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria – Sezione Goa di Reggio Calabria insieme a quelli di Gioia Tauro ed ai funzionari dell’Agenzia delle Dogane – Ufficio centrale antifrode e Svad, e coordinata dalla Dda di Reggio Calabria in coordinamento con la Procura di Palmi. Alla scoperta della droga gli investigatori sono giunti grazie ad un’attività di indagine collegata a incroci documentali e controlli meticolosi su numerosi container in transito nel porto di Gioia Tauro, realizzati anche con l’impiego di apparecchiature scanner in uso alla Dogana. La cocaina era stata imbarcata nel porto panamense di Balboa sul mercantile Msc Ornella. Il container era in attesa di essere imbarcato su un’altra nave con destinazione Genova. Dalle indagini svolte, l’azienda cui era destinato il carico di zucchero è estranea alla vicenda. La droga era divisa in panetti da mezzo chilo, una novità dal momento che solitamente sono da un chilo, dovuta probabilmente, secondo gli investigatori, ad una maggiore facilità di vendita. Prima di essere immesso sul mercato, lo stupefacente, di elevata qualità e purezza, poteva essere tagliato fino a sei volte, per un prezzo medio di vendita sul mercato di 50 euro al grammo, ed un guadagno complessivo di circa 20 milioni di euro. Complessivamente, dal marzo dello scorso anno, i finanzieri e le dogane hanno sequestrato nel porto di Gioia Tauro 1,2 tonnellate di cocaina.
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