3 minuti per la lettura
di GIULIO CALABRETTA
La signora Paola Emmolo (moglie del collaboratore di giustizia Luigi Bonaventura, che assisto legalmente) mio tramite chiede alle persone che in questi giorni stanno parlando delle donne coraggio (vittime della ‘ndrangheta), di recarsi personalmente a Termoli per verificare come queste donne coraggio vivono realmente. Paola Emmolo non dovrà infatti essere ricordata solo dopo che eventualmente anch’ella ingerirà dell’acido, ma deve essere ricordata per quello che sta vivendo in questo preciso momento storico; che si rechino, i politici che rilasciano le dichiarazioni sulla stampa, a Termoli per ripercorrere le orme di Lea e Maria Concetta (anche loro vittime dell’acido). La signora Emmolo è una di quelle donne coraggio che fino ad oggi ha lanciato delle denuncie e dei messaggi (anche a politici) attraverso la stampa ma è rimasta inascoltata. È inutile, dice la signora Emmolo, che si dedica l’8 marzo alle povere Lea e Maria Concetta, quando poi non si fa nulla per prevenire. Solo parole e dichiarazioni sulla stampa. Quindi, la mia cliente attende ansiosa una visita a Termoli per far si che tutti i soggetti che oggi restano increduli a ciò che è accaduto alla povera Maria Concetta, si rendano conto della gravità della situazione e soprattutto del pericolo in cui si trova la signora Emmolo, i suoi figli, i suoi genitori, i suoi fratelli e suo marito Bonaventura che prima si doveva guardare dalla n’drangheta oggi anche da alcuni soggetti che avrebbero dovuto proteggere lui e la sua famiglia. Quindi, cerchiamo di ridurre i monumenti e di agire con aiuti concreti a favore di chi ancora è in vita e combatte per dare un futuro ai propri figli. Se bisogna seguire l’esempio delle donne che si sono ribellate, bisogna guardare anche a chi si sta ribellando. Nonostante le innumerevoli denunce lanciate anche con i mass media, la famiglia del sig. Bonaventura continua a ricevere minacce e richieste di ritrattazione. Eppure continua ad essere lasciato solo sia lui che la sua famiglia senza aiuto economico, senza protezione senza una risposta. Bonaventura, la moglie, i figli e i suoceri, ad oggi tranne l’intervento dell’on. Laratta, il quale ha presentato una interrogazione parlamentare alla quale non vi è stata risposta, non hanno ricevuto un attestato di solidarietà da parte di nessuno né tanto meno risulta che si stia sollecitando un intervento al Ministero degli Interni affinché quest’ultimo adotti provvedimenti. Da Roma le uniche risposte che arrivano sono che il Servizio Centrale non ha soldi e che sono stati disposti dei trasferimenti per garantire la sicurezza, come se a Termoli non doveva essere garantita anche la sicurezza! Speriamo che non si debba dedicare la giornata dell’8 marzo anche alla signora Emmolo oppure non si debba passare al ricordo del coraggio che il Bonaventura ha avuto in questi anni unitamente alla moglie. Speriamo invece, che sia Bonaventura e sia la moglie possano invecchiare per essere loro stessi testimoni della storia che insieme stanno scrivendo e che rappresenta un brutto capitolo per lo Stato il quale ha in rappresentanza purtroppo dei soggetti marci e corrotti. La signora Emmolo aspetta impaziente una presa di posizione.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA