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Il presidente della Regione Giuseppe Scopelliti ed i senatori Franco Bruno e Francesco Bevilacqua hanno illustrato, nel corso di una conferenza stampa a Lamezia Terme, le iniziative per evitare la soppressione degli uffici giudiziari calabresi, in particolare 60 uffici dei giudici di pace. All’appuntamento con i giornalisti – evidenzia una nota dell’ufficio stampa della Giunta regionale – avrebbe dovuto partecipare anche il senatore Luigi De Sena, rimasto a Roma per sopravvenuti impegni, che ha fatto sapere di sposare appieno l’iniziativa. I senatori a breve incontreranno il Ministro della Giustizia Paola Severino per manifestare la contrarietà e le pesanti ripercussioni in Calabria in caso di chiusura degli uffici.
Scopelliti, dopo aver ringraziato i parlamentari per il coinvolgimento, ha sottolineato che «su alcuni temi non ci si può dividere. Così come tutti assieme abbiamo rappresentato le difficoltà sui trasporti ed i collegamenti al Ministro Passera, anche in questo caso la battaglia la dobbiamo fare uniti, è un segnale di fondamentale importanza. Abbiamo invitato il Ministro competente a guardare con attenzione alle esigenze della realtà calabrese, in un momento in cui conosciamo molto bene le necessità dei tagli», ha aggiunto il presidente della Regione. «Tra le ipotesi che abbiamo preso in considerazione anche il ricorso all’art. 116 della Costituzione, così come riformato nel 2001 (che dà la possibilità di concedere alle Regioni che ne facciano richiesta ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia). Si tratta – ha aggiunto – di un tema importante che sta creando non poche difficoltà nei nostri territori, ecco perchè ho colto con spirito propositivo questa opportunità di coinvolgimento». I senatori Franco Bruno e Francesco Bevilacqua hanno contestato i criteri utilizzati per la revisione degli uffici giudiziari. «Criteri – hanno detto – che non tengono in considerazione il tasso di criminalità ed il deficit infrastrutturale della Calabria, nonostante siano espressamente previsti dalla legge delega».
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