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LA settimana scorsa la colpa era dei tir. Il blocco dei mezzi pesanti, aveva comunicato l’Acta, sta creando gravi disagi alla raccolta. Nel frattempo è passata una settimana, il blocco dei mezzi pesanti è terminato ma i cassonetti in città continuano a essere pieni. Non tutti, va detto. Qualcuno pian piano è stato svuotato, ma in molte zone della città le cose continuano ad andare molto male: i sacchetti, accumulati l’uno sull’altro, cadono dai cassonetti e si riversano in strada, dove i rifiuti si spargono.
Non è davvero un bel vedere, la fortuna è che il freddo polare di questi giorni sta evitando il formarsi di sgradevoli odori. Resta il fatto, innegabile, che ci troviamo di fronte all’ennesima emergenza che non si riesce a gestire.
«Siamo di fronte – sottolinea il Circolo Legambiente di Potenza – all’ennesimo black out nel sistema di gestione dei rifiuti in Basilicata: 150 tonnellate di spazzatura in strada, cassonetti stracolmi senza la possibilità di effettuare la raccolta per la mancanza dei siti di smaltimento.
Un’emergenza che, com’era del tutto prevedibile, coincide con la scadenza dell’ordinanza del presidente della giunta regionale De Filippo del 1° dicembre scorso che assicurava il conferimento dei rifiuti solidi urbani prodotti dal bacino centro della provincia di Potenza nel materano e precisamente nelle discariche di Pisticci e Salandra. A poco valgono le “attenuanti”, invocate dall’Acta, del blocco de tir e della carenza di carburante per la mancata raccolta dei rifiuti in strada: il problema è strutturale. Non si può continuare ad agire con provvedimenti emergenziali, spostando di volta in volta la risoluzione definitiva del problema che ormai si ripete ciclicamente da molti mesi».
«Il sistema – secondo Legambiente – si è rivelato ancora una volta debole: bastano i “capricci” di qualche gestore per metter in crisi una gestione basata per l’ottanta per cento (anno 2009, l’ultimo per il quale sono disponibili dati aggregati) sul ricorso alla discarica». La questione è che proprio l’amministrazione comunale potentina, lo scorso dicembre ha annunciato l’approvazione di un progetto «da realizzare in un anno e mezzo – spiegò all’epoca il sindaco Santarsiero – in collaborazione con il consorzio Conai – per un nuovo servizio di raccolta domiciliare differenziata che permetterà di ridurre di undicimila tonnellate all’anno i rifiuti da smaltire in discarica, risparmiando due milioni di euro e senza prevedere nessun aumento
della Tarsu».
«L’amministrazione comunale – rincara Legambiente – ha scelto tuttavia la strada giusta. L’approvazione in Giunta del progetto per lo sviluppo della raccolta differenziata domiciliare su tutto il territorio cittadino, realizzato in collaborazione con il Conai (Consorzio Nazionale Imballaggi) è l’unica via di uscita praticabile. Un sistema più efficace, più efficiente e più economico, un approccio “diverso”, una scelta di campo che ci permetterà di rinunciare, per la gran parte, alla discarica o ad altre forme di trattamento dei rifiuti che non siano il riciclo e il compostaggio per la frazione umida. Il Circolo cittadino invita pertanto la Regione Basilicata a sostenere economicamente la fase di start up del nuovo progetto approvato dal Comune di Potenza, utilizzando le risorse già disponibili, ed in tempi brevi, ad accelerare l’iter autorizzativo degli impianti di compostaggio previsti. Invita altresì, l’Amministrazione Comunale di Potenza ad avviare nel più breve tempo possibile le procedure di partenza del nuovo sistema domiciliare».
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