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Ieri alle 17.30, la chiesa di San Benedetto ha accolto centinaia di persone che hanno voluto portare solidarietà a don Ennio Stamile vittima di ben due intimidazioni nel giro di cinque giorni. L’ultima, una testa di maiale mozzata che don Stamile ha trovato davanti la sua abitazione; segnale inequivocabile e di una gravità assoluta.
Da anni don Ennio Stamile rappresenta una prete scomodo che partecipa attivamente a tutte le manifestazioni messe in campo dalle associazioni antimafia e che non ha mai esitato a denunciare fatti, circostanze, episodi anche attraverso le sue omelie. Il secondo motivo per cui l’attentato assume particolare rilevanza è il momento in cui è avvenuto e cioè all’indomani dell’incontro con il prefetto di Cosenza, Cannizzaro, in cui il prete ha tenuto un discorso durissimo sulla situazione di Cetraro, definita senza mezzi termini una giungla.
Alla partecipata messa c’era anche tutta l’amministrazione comunale della cittadina tirrenica, con in testa il sindaco Giuseppe Aieta; i consiglieri regionali Giampaolo Chiappetta e Rosario Mirabelli; il presidente della commissione regionale antimafia, Salvatore Magarò; il comandante dei carabinieri della compagnia di Paola, capitano Luca Acquotti e il maresciallo Schettino di Cetraro, ma sopratutto tantissima gente comune.
Don Ennio dal pulpito ha voluto dare serenità alla sua comunità dicendo che quattro scalmanati non possono certo turbare la tranquillità dei cittadini nè compromettere il grande lavoro delle associazioni culturali e religiose di Cetraro. Il parroco ha voluto anche ribadire la sua massima fiducia nelle istituzioni e nelle forze dell’ordine: «una fiducia – ha detto – che non deve mai venire meno perchè il rispetto delle regole è la bussola che deve guidare la crescita di una comunità». Inevitabile il passaggio sull’episodio di cui è stato vittima che, purtroppo, non è un gesto isolato. Don Ennio nell’omelia ha ricordato infatti anche l’incendio dell’auto del consigliere comunale Pascarelli e i quattro colpi di pistola esplosi contro l’auto del medico Ivan Quercia. Di fronte a questi episodi il prete ha invitato tutti a «mantenere sempre viva la capacità di indignarci di fronte al male. Il nostro cammino non si ferma». Parole forti che hanno scosso le coscienze di una comunità che si sta interrogando su quanto sta accadendo. Una comunità che sulla sua pelle ha sviluppato una sensibilità particolare ad interpretare il fenomeno mafioso. Negli anni ‘80 Cetraro fu infatti protagonista di una violenta stagione di sangue. Furono 13 i morti lasciati sul selciato, alcuni illustri come Giannino Losardo, consigliere comunale del Pci e segretario della Procura di Paola.

La solidarietà al parroco di Cetraro da parte della politica
Il sindaco, Giuseppe Aieta, non usa mezzi termini nell’affermare che si tratta di «un brutta vicenda che la mia città non meritava. I fatti accaduti ci preoccupano anche in virtù dei segni che sono stati utilizzati. La gravità dell’episodio è dimostrata anche dal fatto che, pur pensando al passato, sino ad ora a Cetraro un sacerdote non era mai stato preso di mira».
Anche il Governatore, Giuseppe Scopelliti, ha commentato l’episodio. «A don Ennio Stamile – ha detto – va tutta la nostra solidarietà e sostegno per il suo impegno civile. Non permetteremo, anche con il nostro lavoro di amministratori pubblici, che alcuna intimidazione odiosa come quella che ha subito don Stamile oggi fermi il suo lavoro, il nostro lavoro, per far conoscere ai giovani l’importanza della lotta contro le mafie».
«Voglio esprimere tutta la mia indignazione per quanto sta accadendo a don Ennio Stamile – ha detto invece il coordinatore nazionale della federazione tra Mpa ed Autonomia e Diritti, Agazio Loiero – Non passa giorno in Calabria che non ci sia un qualche gesto d’intimidazione nei confronti di chi, come don Ennio, tiene alta la bandiera della democrazia».
«Voglio esprimere la mia vicinanza a Don Ennio Stamile – ha detto il deputato dell’Udc, Roberto Occhiuto – Conosco la sua passione civile, che senza esitazioni ha sempre espresso e so bene che non si farà intimidire. Lo Stato, però, si faccia sentire e stia vicino a Don Ennio dimostrando che le istituzioni sono sempre più forti della prepotenza».
Il capogruppo del Pd nel consiglio regionale della Calabria, Sandro Principe, ha evidenziato poi come la «missione che sta portando avanti don Stamile è alta e nobile»
«Il moto profondo di ribellione, che deve coinvolgere tutti noi – ha detto il deputato del Pdl Giuseppe Galati – nei confronti di tali insopportabili ed inaccettabili gesti, va ad assumere maggiore valenza quando ad essere colpito in modo scellerato è chi, come nel caso di don Ennio Stamile, costituisce un importante presidio di legalità sul territorio».
«Conosciamo da tempo ed abbiamo da sempre condiviso l’impegno profuso da don Ennio Stamile, parroco di Cetraro, per l’affermazione della cultura della legalità e contro ogni tipo di sopraffazione e non possiamo tacere innanzi ai due gravi atti intimidatori che lo hanno colpito negli ultimi giorni». Lo afferma in una nota la deputata e componente della commissione parlamentare antimafia, Angela Napoli.
«Voglio esprimere – ha detto Salvatore Magarò, presidente della commissione regionale Antimafia – tutta la mia solidarietà a don Ennio ed a tutti i sacerdoti che sono in prima linea. A Cetraro don Ennio rappresenta un punto di riferimento perchè grazie al suo impegno ed alla sua azione sono stati raggiunti molti risultati positivi. Don Ennio è una testimonianza coraggiosa di una nuova cultura che si sta affermando».

Don Ennio Stamile: “La Calabria ha bisogno
di persone che fanno il proprio dovere”
Don Ennio Stamile, il sacerdote che è stato fatto oggetto di ben due atti d’intimidazione (prima il danneggiamento della sua auto e poi il ritrovamento di una testa di maiale, con in bocca uno straccio, presso la sua abitazione) parla di coloro i quali compiono atti intimidatori definendole «persone piegate o attratte dal male; ma il bene paga e paga tantissimo».
«Il bene che ho tentato di fare in questi anni – ha dichiarato – mi sta tornando indietro centuplicato, con tantissimi attestati di solidarietà. Sicuramente non mi fermerò, ma non voglio che passi il messaggio che io voglia sfidare qualcuno. La Calabria non ha bisogno di eroi – conclude – ma solo di persone che vogliono fare il proprio dovere».

Anche oggi, numerosi attestati di solidarietà
«Nessuno può pensare con tali minacce di ostacolare il percorso tracciato di legalità e giustizia portato avanti da Don Ennio Stamile. Esprimiamo profonda vicinanza, condivisione e corresponsabilità a don Ennio e tutta la comunità di Cetraro». È quanto sostiene l’associazione Libera in relazione alle intimidazioni subite dal sacerdote esprimendo «una vicinanza, la nostra – prosegue la nota – fatta di attenzione e senso di corresponsabilità. Perchè l’indignazione non basta: tutti siamo chiamati a condividere concretamente l’impegno di chi si mette in gioco contro la criminalità organizzata. Queste intimidazioni sono anche la riprova del lavoro positivo che in quella terra si sta realizzando. Un positivo che allarma e infastidisce chi vuole continuare a imporre le logiche della violenza e del profitto criminale. Un positivo che va però alimentato giorno per giorno con il contributo di tutti: cittadini e associazioni, istituzioni e chiese».
Rosa Villecco Calipari, vicepresidente dei deputati del Pd, facendo riferimento alla nuova intimidazione subita dal sacerdote di Cetraro ha dichiarato: «Don Ennio Stamile è un prete scomodo: parla con i ragazzi, insegna la legalità, si mette contro le cosche e pensa che grazie anche alla conoscenza e alla cultura si possa restituire dignità alla nostra terra. Tutto questo non può che dar fastidio a chi vorrebbe la Calabria schiava della violenza, dell’incultura, della sopraffazione».
«Per questo nel giro di pochi giorni – aggiunge – prima è stata danneggiata la sua auto, poi, davanti alla sua abitazione di Cetraro, è stata lasciata una testa di maiale mozzata con un pezzo di stoffa in bocca. Cetraro non è nuova a delitti di ‘ndrangheta, rimasti spesso impuniti, ma non è nuova neanche a una cultura della legalità che deve continuare a vincere anche con l’aiuto e la guida di uomini come don Stamile».
«Due giorni fa, in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario – dice ancora Rosa Villecco Calipari – il procuratore di Reggio, Pignatone, ha voluto ricordare a tutti come la ‘ndrangheta sia padrona della Calabria. In paesi tra i 10 e i 15 mila abitanti, ha detto, ci sono 3-400 affiliati alle cosche. Ha chiesto mezzi e uomini per contrastarla. Dovere della politica, nostro, non è soltanto quello di ribadire la nostra solidarietà e vicinanza ai piccoli grandi eroi delle nostre terre, ma quello di difenderli ogni giorno. Loro e la Calabria degli onesti».
Infine, Elio Belcastro , Componente della Commissione Parlamentare Antimafia ha sottolineato: «Ho avuto modo di conoscere personalmente Don Ennio Stamile, impegnato a Cetraro in una giusta e sacrosanta battaglia per la legalità e ne ho apprezzato le doti umane e personali. Oggi in tanti si affannano ad espriemere solidarietà e vicinanza, anche coloro i quali, a parole, sono per la legalità e nei fatti alimentano, invece, fenomeni clientelari privilegiando spesso interessi personali che sono alla base dell’illegalità diffusa ed ambientale dalla quale la ‘ndrangheta trae vigore e consenso sociale».
«Don Ennio Stamile – aggiunge – è un uomo ed un prete impegnato in prima linea come lo sono in Calabria molti esponenti del mondo della Chiesa che in più occasioni hanno tuonato contro ogni forma di criminalità. È giunta anche l’ora che il popolo calabrese possa distinguere l’antimafia di facciata e le solidarietà spesso ipocrite da chi in realtà si impegna per la legalità anche e soprattutto nel modo di vivere e di agire quotidiano. Don Ennio Stamile è un vero esempio da seguire in particolar modo per le nuove generazioni che devono ispirarsi al suo coraggio e alle sue azioni. Solo con una diversa consapevolezza ed una nuova cultura per la legalità – conclude – che possa ignorare i falsi professionisti dell’antimafia si potrà davvero combattere la piaga dell’illegalità».

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