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Blocchi rimossi in tutta la Calabria; da Crotone al catanzarese, gli autotrasportatori hanno gradualmente lasciato le zone occupate da domenica notte. Da Frascineto agli imbarcarderi per la Sicilia di Villa San Giovanni e dalla Locride fino alla statale 18, nel cosentino, i tir parcheggiati ai bordi delle carreggiate e nei pressi degli svincoli dell’A3 sono rientrati nelle loro sedi. «Così come previsto la nostra protesta si concluderà – ha confermato ieri Tommaso Alessi, coordinatore regionale di Trasportounito Faip – ma il governo deve ascoltare e capire il popolo dell’autotrasporto, diversamente siamo pronti ad attuare un nuovo fermo a febbraio. Per questo il Governo deve capire la nostra situazione e provvedere. Diversamente saremo costretti a mobilitarci nuovamente e non solo nel prossimo mese ma anche in tutti i mesi a venire». Dopo cinque giorni di stop per le forniture di gasolio e benzina, ieri i rifornimenti hanno presentato una scena simile in tutto il territorio calabrese: file, lunghe ed estenuanti, sulle autostrade ed in città. Non sono mancati nemmeno momenti di tensione tra gli automobilisti in attesa e rallentamenti al traffico soprattutto a Catanzaro, Reggio e Cosenza. Per il ritorno completo alla normalità l’Eni ha offerto la propria disponibilità a rifornire gli impianti anche oggi e domani.
Non hanno neanche aspettato la mezzanotte, orario previsto per la chiusura dello sciopero: nella tarda mattinata di ieri, infatti, le aree di sosta degli imbarcaderi di Villa San Giovanni e tutte le altre zone limitrofe che erano state occupate dai mezzi pesanti, dallo svincolo autostradale di Campo Calabro all’area portuale di Reggio Calabria, erano state quasi completamente liberate. Autotrasportatori provenienti da tutta Italia – tra quelli di “Trasporto Unito” e quelli rimasti bloccati proprio a causa dei presidi allestiti dall’associazione promotrice dello sciopero – hanno dunque messo in moto i loro automezzi e sono partiti alla volta delle rispettive destinazioni, con la certezza che proseguiranno a lottare per ottenere risposte serie e convincenti.
Di sicuro servirà ancora qualche giorno affinché la situazione torni alla normalità, anche perché i primi arrivi di autocisterne di carburante hanno causato lunghissime code presso i distributori, letteralmente presi d’assalto da miriadi di automobilisti impazienti di fare il pieno.

Se la protesta però è terminata è rimasto il malcontento degli autotrasportatori della Piana di Gioia Tauro, che sono pronti ad astenersi nuovamente dal servizio. Già per marzo è previsto un nuovo sciopero di altri cinque giorni. Intanto hanno sciolto i presidi dandosi appuntamento per sabato prossimo a Lamezia Terme dove faranno il punto della situazione per decidere come organizzare le prossime contestazioni, ovviamente solo in caso di cambiamenti di sorta. Adesso «faremo defluire i camion un po’ alla volta», ci ha detto il referente degli autotrasportatori della Piana, Tommaso Alessi (Trasportounito). «Per evitare il rischio di incidenti – ha continuato Alessi – visto che i mezzi pesanti sono molti e farli muovere tutti insieme creerebbe notevoli disagi alla circolazione sulle strade». Gli autotrasportatori hanno deciso di sgombrare il sit-in, iniziato il 22 gennaio scorso, in anticipo di qualche ora rispetto alla fine dello sciopero prevista per la mezzanotte di ieri. Già dalle dalla prime ore del pomeriggio, infatti, i “bisonti” si sono spostati e sono rientrati, per ora, nei depositi. La distribuzione delle merci e dei carburanti ancora arranca. La Piana è rimasta senza benzina, tanto che per garantire la circolazione ai mezzi di emergenza e di pubblica utilità e scongiurare il blocco di servizi essenziali la Prefettura di Reggio Calabria ha disposto il rifornimento sotto scorta di alcuni distributori segnalati dalle unità di crisi: le autobotti sono arrivate già da due giorni dai centri di distribuzione di Taranto e Vibo nelle aree di servizio dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria all’altezza di Rosarno. L’allarme è così alto che alcuni sindaci stanno valutando se chiudere le scuole. Scarseggiano anche i beni alimentari di prima necessità, tra cui la farina. I supermercati del comprensorio sono ridotti al lumicino. Ripiani e banchi frigo semivuoti. Latte, pasta, sale, zucchero e carne, gli alimenti più rari. Trasportounito infine, ha dichiarato che a partire dal 6 febbraio si fermeranno le bisarche, cioè i camion che trasportano le auto.

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