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Serviranno ancora 30 giorni per conoscere l’esito dell’autopsia eseguita ieri pomeriggio sul marmo dell’obitorio di Crotone sul corpo di Gessica Spina, la ragazza di 19 anni morta lo scorso 20 gennaio, due giorni dopo aver dato alla luce il piccolo Antonio, ma, secondo quanto trapela da ambienti della difesa degli undici indagati, che si sono avvalsi di propri consulenti tecnici, sarebbe emerso un quadro che contribuirebbe ad escludere o per lo meno a ridimensionare eventuali responsabilità mediche. Naturalmente si tratta di ipotesi avanzate da periti di parte che dovranno essere confermate con sufficiente certezza dai successivi accertamenti e dalle eventuali vicende processuali.
Secondo quanto si è appreso, le cause del decesso sarebbero state individuate in una trombosi della vena iliaca, in una dissecazione aortica, una sorta di aneurisma, e in un’emorragia subdurale. A parlare di «elementi non riconducibili a responsabilità mediche, in quanto la povera Gessica soffriva di patologie congenite» è l’avvocato Aldo Truncè, che difende il primario di ginecologia, Giuseppe Garofalo, che ha seguito la povera Gessica per tutta la gravidanza e ha operato il taglio cesareo in seguito ai forti dolori avvertiti dalla giovane lo scorso 18 gennaio.
E’, forse, lui l’indagato chiave in quanto era il riferimento di Gessica per tutta la gravidanza e la decisione di eseguire il cesareo è stata sua. Quelle patologie, dunque – ma è soltanto un’ipotesi difensiva, tutta da verificare – potrebbero essere esplose durante la gravidanza. Dopo aver partorito, Gessica aveva raggiunto un peso che superava i 130 chili. Gli accertamenti sono, però, estremamente complessi. I medici legali Pietrantonio Ricci e Michele Morelli, entrambi del Policlinico universitario di Catanzaro, devono ancora eseguire gli esami istologici e non si sbilanciano più di tanto.
Il riserbo sull’autopsia di ieri è massimo. Ieri sera la salma non era stata ancora restituita ai familiari di Gessica, che chiedono giustizia: li assiste l’avvocato Agata Speziale, che ha assistito all’autopsia con dei propri consulenti, Achille Morici e Carmine Barberio. Medici di ginecologia e rianimazione e un’ostetrica devono difendersi dall’accusa di omicidio colposo, mentre l’indagine condotta dagli agenti della Squadra Mobile della Questura prosegue a ritmi serrati.
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