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Continua senza tregua in Calabria la mobilitazione degli autotrasportatori contro i provvedimenti del governo. Tutti attivi i presidi dalla mezzanotte di domenica, sull’autostrada Salerno- Reggio Calabria, in diversi snodi della statale jonica 106 e agli imbarcaderi per la Sicilia, a Villa San Giovanni, dove si sono incolonnati 260 automezzi. Permangono i blocchi all’imbocco della strada Ionio-Tirreno e all’altezza di Grotteria Mare, nel reggino e nel crotonese. Stop a mezzi pesanti anche sulla statale 18, a Scalea, Tortora e Guardia Piemontese, nel cosentino e, nel catanzarese, a Settingiano sulla statale 280 Catanzaro-Lamezia.
A preoccupare ora è la mancanza di prodotti di largo consumo come uova e farina, spariti dagli scaffali di negozi e supermercati.
Intanto, nella zona di Gioia Tauro, il fronte della protesta si allarga anche ai pescatori che stanno manifestando pacificamente nella darsena del porto. Nella città della Piana si sono dati appuntamento pescatori provenienti dalle marinerie di Bagnara Calabra, Gioia Tauro, Nicotera, Catanzaro Lido, Soverato e Roccella Jonica lamentano le difficoltà legate al caro gasolio e gli interventi sulla carta licenza a punti. Una delegazione di pescatori ha incontrato il comandante della Capitaneria di porto di Gioia Tauro Diego Tomat al quale hanno illustrato i problemi che vive la categoria. «Aspettiamo gli esiti dell’incontro in corso a Roma – afferma uno dei manifestanti – per poi decidere eventuali altre azioni di lotta».
Il presidente della Figisc, la federazione dei gestori degli impianti stradali di carburante aderente alla Confcommercio, calabrese, Antonino Pedà, che è anche amministratore nazionale della federazione, ha invocato la precettazione: «Abbiamo le autobotti ferme negli impianti – ha spiegato – e non possono muoversi per via dei blocchi. Abbiamo fatto i nostri passi, ma il Governo non ci ascolta. Se la situazione si sblocca, in una giornata possiamo rifornire i vari distributori».
«Il rifornimento – spiega ancora Pedà – avviene tramite i depositi del porto di Vibo Valentia e da Tarano, il più grande del sud Italia. Molte autocisterne sono bloccate a Taranto. I distributori hanno tenuto per sé, come per legge, 2000 litri per le emergenze che riguardano ambulanze, polizia e altri servizi di pubblica utilità. Per tornare alla normalità serviranno almeno un paio di giorni. E’ stata trasmessa una nostra richiesta inseme alla Fiba di Confesercenti per accompagnare le autocisterne a rifornire la rete autostradale calabrese».
DOMANI AUTOBUS E SCUOLABUS FERMI A CATANZARO
Si fermeranno per mancanza di carburante a causa dello sciopero dei tir. Lo rende noto l’Amc, la municipalizzata del trasporto pubblico del capoluogo calabrese. «La società – è scritto in una nota – a causa delle proteste messe in atto dagli autotrasportatori non riceve, ormai da alcuni giorni, le consegne di gasolio nei serbatoi aziendali che riforniscono gli autobus impiegati nei servizi di trasporto pubblico urbano e di quello scolastico effettuato tramite scuolabus. Per garantire i servizi è stato attuato, già da alcuni giorni, un piano aziendale di razionamento delle scorte disponibili, che permette di sostenere tutti i servizi di trasporto fino a giovedì 26 gennaio 2012 mentre, dopo questa data e perdurando l’attuale situazione, si verificherà il progressivo fermo di tutti i mezzi di trasporto pubblico».
PREZZI ALLE STELLE E SCAFFALI VUOTI
La protesta in Calabria degli autotrasportatori sta danneggiando non solo i produttori ma anche i consumatori. «I costi sono diventati insostenibili – hanno tuonato in coro i camionisti – e se oggi siamo arrivati a scioperare è perché ci troviamo in difficoltà e non sappiamo come fare». Per questo non mollano e continueranno l’astensione ad oltranza, ovvero finché dalle istituzioni non arriveranno risposte concrete alle loro rivendicazioni.
«Il nostro disagio si riscontra in tutti i ceti sociali della società», hanno sottolineato ancora. Al di là delle problematiche riferite specificatamente al mondo dell’autotrasporto, infatti, i camionisti hanno ribadito ed esteso il loro malcontento anche in qualità di semplici cittadini che sono con l’acqua alla gola a causa delle spese troppo elevate necessarie al mantenimento delle proprie famiglie.
«Quando terminiamo il nostro lavoro e andiamo a fare la spesa, come tutti quanti, – hanno asserito – ci accorgiamo che i prezzi dei generi alimentari di prima necessità sono balzati alle stelle. Per non parlare delle bollette e quant’altro».
La Confagricoltura provinciale pur comprendendo i motivi del dissenso degli autotrasportatori, paventa però il rischio che la «protesta possa generare meccanismi speculativi sui prezzi dei prodotti freschi – dice il presidente di Confagricoltura Reggio Calabria, Antonino Lupini – che danneggiano sia i produttori che i consumatori. Tutto questo in un quadro generale già estremamente critico per il settore primario, che sta subendo le conseguenze di una manovra pesantissima senza, al momento, misure di sviluppo per risollevare l’agricoltura».
Pur sollecitando il comune senso di responsabilità degli autotrasportatori «non possiamo essere insensibili ai motivi della protesta – conclude il presidente provinciale di Confagricoltura – Antonino Lupini – legata alla questione cruciale dei rincari energetici che interessa tanto anche il nostro settore».
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