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di PARIDE LEPORACE
IL naufragio della nave Concordia e’ destinato a rimanere nell’immaginario internazionale al pari del Titanic ma anche dell’Andrea Doria. A centocinquant’anni dall’ Unita’ d’Italia la nostra nazione trova due icone di riferimento nei tarocchi del bene e del male tricolori. Il capitano Schettino e il capitano De Falco sono le due facce del nostro spirito nazionale. Uno e’ il particolare, il tengo famiglia, il non mi riguarda, io e poi gli altri e il bene comune non so cosa sia. De Falco e’ la norma, la responsabilita’, la catena del comando, la gerarchia, il privilegiare le donne, i bambini e gli anziani. La riproducibilita’ del dialogo telefonico intercorso tra questi due stili di linguaggio e comportamento restera’ nei nostri annali e sara’ una metafora abusata fino alla noia, ma che oggi torna utile anche a me per aprire gli occhi a tutti su quello che sta accadendo in Basilicata. Spesso questo giornale e’ stato accusato di far troppo critica (in effetti si tratta di cronaca) e di non promuovere la proposta. Per non aumentare la dialettica polemica con la classe dirigente lucana evitero’ di personalizzare affibbiando il toponimo codardo di Schettino a singoli ufficiali e comandanti dell’equipaggio che guida la nave della Basilicata. Troppo disonorevole appellare x o y come Schettino. Ma dalla plancia di via Anzio e dei palazzi romani e di Strasburgo (auguri vicepresidente Pittella per la riconferma ma si sporchi le mani anche lei) uno schettinismo strisciante assedia la classe politica lucana. Sono due mesi che e’ esplosa la piu’ grave crisi politica e d’identità della Basilicata. A vent’anni di Tangentopoli il Partito Regione e’ esploso su questioni giudiziarie accusando di vilta’ un suo autorevole esponente che ha risposto per le rime e continua a ripetere accuse di non poco conto. Da allora si annunciano e rimedi e soluzioni che tardano ad arrivare. Verifiche, rimpasti, allargamento, e nulla accade ma la questione deve esser proprio grave se un moderato come Viti afferma che il centrosinistra lucano deve andarsi a sdraiare su un lettino da psicanalista. Attenti, comunque, che l’analisi e’ dolorosa e a volte dura anni. La politica lucana si sta comportando come il capitano Schettino. Siamo in mezzo a una crisi economica di dimensioni bibliche e ci permettiamo di non avere un esecutivo che governi e decida le misure piu’ urgenti. I principali enti regionali sono senza guida peggio della Concordia. In Acquedotto Lucano il vuoto di potere e’ drammatico, paralizzato anche dalla paura di ritrovarsi la polizia giudiziaria nella propria sede che setaccia anni di assunzioni e appalti. Una terra ricca di risorse e’ ferma al palo. I paesi continuano a spopolarsi, le migliori menti delle nuove generazione continuano ad andarsene, la citta’ di Matera ambisce a postazioni di rilievo europeo e non ha piu’ quadri burocratici in municipio falcidiata da inchieste giudiziarie, il capoluogo combatte con il default permanente. Nessuno ha avuto il tempo di commentare il fatto che una delle nostre aziende sane rischia di chiudere per i mancati pagamenti delle forniture di una ditta torinese. E lo schettinismo non e’ solo della politica. Anche l’imprenditoria non ha piu’ sussulti da De Falco. Pesa molto il fine mandato di Pasquale Carrano e il nuovo che avanza odora della peggiore restaurazione affarista e assistita. Non ho l’ardire di svolgere io il ruolo del capitano De Falco. Ma a nome dei miei lettori e di quella parte di opinione pubblica che continua a volere un meridionalismo virtuoso per la Basilicata invochiamo che qualche De Falco rimetta in riga i molti Schettino che dominano la scena in questo momento. Mi permetto qualche minimo punto di discussione. Il petrolio e la questione energetica. E’ notizia di ieri che il decreto sulle liberalizzazioni proposto dal governo Monti contiene l’articolo 22 che affida il territorio nazionale alle multinazionali del petrolio del gas. Esse potranno fare tutte le ricerche che vogliono e sfruttare i giacimenti ritrovati per un numero di anni indefiniti, salvo poi rimettere tutto a posto. Il tutto in stretto collegamento con le solite agenzie di rating. L’unico baluardo sara’ rappresentato da dei divieti. Una bella patata bollente per le terre di Fenice e della macchia nera. Oggi in Basilicata non esiste piu ‘ un senso comune energetico. L’effetto nimby-no e’ sotto gli occhi di tutti. E attenti a non esagerare sullo spirito di adattamento lucano. In Sicilia e’ in atto la rivolta dei forconi nata sul fatto che chi raffina il petrolio paga troppo cara benzina e carburante. I peggiori reazionari sono alla testa di quel movimento. Bisogna agire subito cara politica alla Schettino. Il memorandum e’ il nulla. Il finto dialogo con l’opposizione non puo’ essere scambiato per inciucio e consociativismo. Ascoltate il De Falco che e’ in voi. Oggi si sta costruendo una nuova forma di governo nazionale. I migliori, i piu’ sobri, devono attivarsi per il bene comune con il sostegno di tutte le forze politiche responsabili. Uscite dall’ambiguità. Tanto uno schieramento continuera’ a vincere e uno a perdere. Rimboccatevi le maniche e create una grande coalizione visibile e pubblica che concorra con tutti i lucani migliori a salvare la Basilicata dal naufragio che la minaccia. Ci sono abbastanza scialuppe e salvagenti per il laborioso popolo lucano di buona volonta’. Nei supermercati lucani presto compreremo l’acqua comunale emiliana mentre noi continuiamo a svendere il nostro bene pubblico e nessuna risposta viene data a chi chiede che sia rispettato il voto referendario dello scorso anno. Siamo l’unica regione senza Statuto. La politica di mestiere e’ molto Schettino. Le proposte non mancano. Perche’ nessuno prende in considerazione la proposta Maruggi-Albano che mira a popolare i nostri paesi con i migranti? Incrociamola con quanto ha sempre sostenuto Nicola Savino e con le buone pratiche di accoglienza della Provincia di Potenza. Salitela quella scala e tornate sulla plancia senza guardare al rancore e alle guerre per bande. Mai in Basilicata i membri dello stesso partito, e a volte anche della stessa corrente si erano rinfacciati vicende giudiziarie tanto pesanti. In questo modo, forse, riuscirete a stravolgere la nostra gerarchia mediatica su procure parallele, procure strabiche, truogoli, parlamentari a braccetto con spioni, assessori e consiglieri amici di malacarne, affari di famiglia spacciati per bene pubblico, caste regionali che bloccano gli ascensori sociali e mortificano i sacrifici di chi ha fatto laureare i suoi figli. Ascoltate il capitano De Falco. Ricordate quel tono perentorio di chi sa dove deve andare il soccorso e cambiare l’urgenza. E se mancate di autonomia e non sapete imporre ai vostri capi nazionali una coalizione di responsabilità che sappia trasformare il Partito Regione nel Partito della Basilicata almeno fate una scelta. Decidetevi. Il tempo e’ scaduto. La sala macchine e’ gia’ allagata. E fate questa giunta! Cazzo.
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